L’indice all’inizio della descrizione del percorso permette di arrivare direttamente alle singole sezioni del percorso. Con la navigazione alla fine di ciascuna sezione potete inoltre passare da una all’altra delle due varianti “Altinate” e “Padana”. Assieme alle mappe ciclistiche che si possono scaricare qui, la descrizione dettagliata del percorso può servire anche da documentazione durante il tour ciclistico. In alternativa ci sono le app per la navigazione offline per iPhone e Android oppure i libri cartacei sul tema.
01 ... Donauwörth e Donau-Ries
02 ... Tra Donauwörth e Augsburg/Augusta
03 ... Augsburg/Augusta
04 ... Tra Augsburg/Augusta e Landsberg am Lech
05 ... Landsberg am Lech
06 ... Tra Landsberg am Lech e Schongau
07 ... Altenstadt, Schongau e Peiting
08 ... Tra Schongau e Füssen
09 ... Füssen e Schwangau
10 ... Tra Füssen e Reutte
11 ... Breitenwang, Reutte e Ehrenberg
12 ... Heiterwang e Bichlbach
13 ... Lermoos, Ehrwald e Biberwier
14 ... Attraverso il Fernpass
15 ... Tra il Fernpass e Imst
16 ... Imst
17 ... Tra Imst e Landeck
18 ... Zams, Landeck e Fließ
19 ... Tra Landeck e passo Resia
20 ... Il passo Resia
21 ... L’alta Val Venosta
22 ... Lasa e Silandro
23 ... Coldrano, Laces e Castelbello
24 ... La bassa Val Venosta
25 ... Lagundo, Merano e Marlengo
26 ... Tra Merano e Bolzano
27 ... Bolzano
28 ... Nel sud dell’Alto Adige
29 ... Attraverso la Piana Rotaliana
30 ... Val di Cembra, Pinè
leer ... Trento > Altino/Venezia (TRENTINO, VENETO)
31a ... Trento (Direzione Feltre, Treviso, Altino, Venezia)
32a ... L’alta Valsugana
33a ... La media Valsugana
34a ... Altopiano del Tesino, Lamon, Sovramonte
35a ... Feltre e il Feltrino
36a ... La Valbelluna
37a ... L’Altamarca
38a ... Destra Piave
39a ... Treviso
40a ... Silea, Roncade, Quarto D'Altino
41a ... La Laguna
La cosa migliore è di raggiungere Donauwörth utilizzando la bicicletta, visto che la città è ben collegata con la rete internazionale delle piste ciclabili, oppure si può viaggiare in treno fino alla stazione InterCity di Donauwörth. È possibile lasciare la propria auto durante il viaggio in bicicletta in un parcheggio nella Neue Obermayerstrasse. Per iniziare comodamente e ben riposati il viaggio in bicicletta e godersi un pò questa bella città, si consiglia di arrivare già il giorno precedente. Ci sono tra l’altro anche due buoni negozi di biciclette, Uhl e Brachem, nel caso servisse qualcosa.
Partendo dalla stazione, il percorso si snoda attraverso l’isola di Ried, da dove ebbe inizio il popolamento di Donauwörth, verso l’attuale centro cittadino con la splendida Reichsstraße. Qui, presso l’ufficio turismo, si può ancora prendere l’ultima documentazione mancante, prima di attraversare il Danubio, puntando poi costantemente verso sud.
Terminato il tour ciclistico, il modo più comodo per ritornare a Donauwörth è di utilizzare lo shuttle per le biciclette, che si può prenotare online su www.viaclaudia.org.
Per informazioni si prega di contattare
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www.viaclaudia.org
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Domande dettagliate, in particolare sulla città di Donauwörth, possono essere risposte al meglio dal
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https://www.donauwoerth.de/tourismus/
Rathausgasse 1
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Le domande dettagliate sulla regione trovano una risposta migliore nel
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www.ferienland-donau-ries.de
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0049 906 74 211
A Nordheim, prima della partenza vera e propria, vale la pena di lasciarsi tentare da una deviazione verso la confluenza del Zusam nel Danubio, dove un tempo terminava la via romana, come ricorda oggi la riproduzione di un miliario. Attraverso prati, campi e paesi suggestivi il percorso ciclabile si dirige quindi verso sud. Tra Mertingen e Druisheim si trova il sito del castrum romano di Submuntorium, come indica una tabella tematica. A Ostendorf la ciclabile si sposta sull’altro lato del Lech passando qui attraverso la piana alluvionale del fiume. Tra Stettenhofen e la città di Gersthofen vi aspetta un tratto del percorso che si snoda in buona parte sul tracciato originale della strada romana. Ci si dirige quindi verso Augsburg/Augusta sul lato destro del Lech.
Per informazioni rivolgersi a
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Le informazioni più dettagliate sulla regione fino a Mertingen / Druisheim vengono fornite da
Tourismusverband Donau-Ries (Associazione turistica Danubio-Ries)
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Le informazioni più dettagliate sulla regione fino a Allmannshofen / Nordendorf vengono fornite da
Touristinfo der Regio Augsburg Tourismus GmbH
(Informazioni turistiche sulla regione di Augusta)
www.augsburg-tourismus.de
Rathausplatz 1, Augsburg
tourismus@regio-augsburg.de
0049 821 50 207 0
Ad Augsburg/Augusta il ciclista può seguire il Lech oppure superare il fiume utilizzando il ponte MAN a nord e attraversare la città pedalando, per apprezzare alcuni luoghi della capitale romana di provincia di un tempo e della città dei ricchi Fugger.
Il percorso attraverso la città ripercorre in gran parte il tracciato originale della strada romana, passando accanto al duomo, dove è stata creata una nicchia archeologica, attraversando la piazza del Municipio, con la fontana di Augusto, e lo splendido viale Max-Straße con le fontane di Mercurio e di Ercole. Sulla Max-Straße si affacciano anche la basilica di Sant’Ulrico e Santa Afra ed il palazzo di città dei Fugger. Un poco più ad est si trova il primo quartiere popolare al mondo, la “Fuggerei”, da loro creata.
Passato il Giardino botanico il percorso ciclabile ritorna sul Lech, dove si riuniscono le 2 varianti. Da là si prosegue verso sud nel bosco Siebentischwald.
Da Augsburg/Augusta il percorso ciclabile si snoda attraverso il bosco di Siebentisch verso Königsbrunn, teatro della famosa battaglia del Lechfeld. Là nel Mercateum si può vedere la celebre Tabula Peutingeriana, una carta stradale romana, e nell’area del cimitero un santuario di Mitra. Passata la città il percorso incrocia l’autostrada, e di qui segue una delle più lunghe tratte sul tracciato originale, perfettamente diritto, della strada romana. Attraversando prati, campi e graziosi paesini prosegue in direzione di Landsberg am Lech.
A Landsberg am Lech il ciclista può scegliere se seguire la ciclabile che passa per i paesi situati nel territorio ad ovest della città, che corrisponde in gran parte alla strada romana, oppure dirigersi verso il centro storico. Questo percorso attraversa dapprima la parte occidentale della città, sviluppatasi a partire dall’Ottocento. Il ponte che il ciclista percorre per raggiungere la parte medievale della città è lo stesso ponte della Strada del Sale. Sulla riva opposta del Lech si trova la pittoresca piazza principale cittadina con l’antico municipio e la Schmalzturm, la torre attraverso cui la via del sale entrava in città. Si riprende il percorso ciclabile attraverso la via del sale, che già nel Medioevo univa la città con la strada medievale erede della Via Claudia Augusta.
Dopo Landsberg la ciclabile abbandona il tracciato della strada romana per passare tra i pittoreschi villaggi della Fuchstal: Oberdießen e Unterdießen, Asch e Leder nonché Denklingen. Si torna poi alla strada romana, che fino a Kinsau corre lungo la pittoresca alta riva del Lech. Sul Lorenzberg, con la chiesa di San Lorenzo a Epfach, si trovava un tempo un castrum romano, di cui ci si può fare un’idea nel piccolo Museo romano. Dopo Kinsau il percorso passa per Hohenfurch e Schwabniederhofen andando verso Altenstadt, la parrocchia originaria Schongau, sulle tracce della strada romana.
Poco prima di Altenstadt il ciclista deve decidersi se effettuare una deviazione nel centro storico medievale di Schongau e alla villa rustica di Peiting oppure attraversare Altenstadt pedalando nella zona del tracciato della strada romana. Qui si può ammirare la ricostruzione di un tratto di strada romana e la basilica romanica a volta. Si passa quindi ai margini della città di Schongau in direzione di Burggen.
Da Schongau il percorso ciclabile si snoda attraverso il paesaggio collinare dell’Algovia, in cui il verde intenso dei boschi si alterna a quello vivace dei prati, spesso inframezzati da laghi e stagni. Ben poche altre sezioni presentano una quota altrettanto elevata di tracciato originale. Il percorso conduce poi a Burggen, con la St.-Anna-Straße, posta sotto tutela, con le sue case contadine tipiche della regione. Si arriva poi al villaggio degli zatterieri, Lechbruck am See. Lungo la strada ci si può far tentare da una deviazione sull’Auerberg e a Bernbeuren, con il Museo dell’Auerberg. Sulla via per Rosshaupten vi aspettano moltissimi specchi d‘acqua, la cappella di Sameister, un pittoresco luogo di sosta su di una collina, con una riproduzione del fotografatissimo miliario romano, nonché il Parco artistico della Via Claudia Augusta. Non ci si dovrebbe lasciar sfuggire nemmeno il Centro di documentazione bavarese della Via Claudia Augusta a Rosshaupten. Da lì la ciclabile segue la riva del lago artificiale Forggensee.
Il percorso ciclabile prosegue dapprima seguendo la riva del Forggensees con splendide vedute del castello di Neuschwanstein e della città. A Füssen il ciclista viene accolto dalla “Ludwig’s Festspielhaus”. Fino all’Ufficio informazioni turistiche la ciclabile si snoda per lo più sul tracciato originale della strada romana. Di là si può – sempre sul tracciato originale – attraversare il centro storico con la bicicletta a mano. La “Reichenstraße” è oggi zona pedonale al di sopra della quale troneggia il castello Hohes Schloss. La ciclabile passa ad ovest attorno al centro cittadino. Presso il ponte sul Lech si può fare una deviazione verso Schwangau e i castelli regali. Da lì, chi lo desidera, può raggiungere Pinswang in Tirolo — direttamente attraverso la via acciottolata “Fürstenweg“. Dal ponte ciclabile di Füssen la pista prosegue in direzione del Tirolo lungo il Lech e quindi lungo la pittoresca strada di campagna.
Testo della mappa storica di ...
100 D.C.
La porta nelle Alpi
La strada romana attraversava le Alpi come fossero una porta d’accesso. Poiché spesso il fiume Lech occupava l’intera valle, per raggiungere la conca di Reutte doveva già superare due alture, tra Stiglberg e Kratzer nonché al Kniepass. Il tracciato della strada romana venne ancora utilizzato fino al 1784 e la strada provinciale passa ancor oggi per il Kniepass. Prima della salita verso Ehrenberg la Via Claudia Augusta percorreva il territorio comunale di Breitenwang, dove si suppone una stazione di posta (mansio) ed il primo piccolo insediamento nel fondovalle. Reutte si sviluppò solamente in seguito, lungo la via del sale. Ancor oggi Breitenwang è il centro religioso del distretto.
1504
Reutte fiorisce
Il fiume Lech con il suo esteso terri-to---rio alluvionale caratterizzava il fon-dovalle anche nel 1504, che viveva essenzialmente grazie alla strada del sale posta tra Hall in Tirolo e la zona del lago di Costanza. Nel 1464 era stato costruito un ponte tra Lechaschau e Reutte, che aveva sostituito il guado del fiume Lech presso Höfen. Un magazzino del sale e numerose locande sulla strada fecero diventare Reutte il centro dell’Außerfern tirolese. Nel 1489 ottenne da Sigismondo il Danaroso il diritto di tenere mercati. Al di sopra della valle troneggiava il castel Ehrenberg. Un muro chiudeva la strettoia della valle: qualsiasi traffico doveva passare attraverso le poste della stazione doganale. Presso Pflach esisteva una ferriera. Dal 1327 Vils, che non apparteneva ancora al Tirolo, era una città ed era provvista di una cinta muraria con 2 torri poste a nord e a sud.
1780
intensamente fortificato
Numerose fortificazioni poste nella zona di confine tra Baviera e Tirolo caratterizzavano la regione attorno al 1780. Oltre allo sbarramento di Ehrenberg, cresciuto attorno a due ulteriori fortezze, c’erano numerosi avamposti fortificati. Il comune-mercato di Reutte posto ai suoi piedi contava già circa 1000 abitanti. Numerose nuove strade erano state appena costruite. Quella da Reutte a Kempten attraverso Vils passava così a sud accanto alla città al di fuori delle mura, la strada da Füssen verso Pinswang attorno allo Stiglberg. Il ponte di S. Ulrich venne realizzato solo nel 1914. Poco dopo l’inizio del XX secolo la ferrovia locale bavarese già esistente venne prolungata fino alla linea dell’Außerfern, che conduceva prima fino a Reutte. Allora il fiume attorno a Reutte non era regimentato.
Dal centro storico di Füssen si pedala lungo il Lech. Dalla parte meridionale, girandosi, si gode di una magnifica vista sulla città. In direzione dell’Austria il percorso ciclabile si snoda parallelo al Lech e alla pittoresca vecchia strada, che è in parte un viale. In seguito essa si discosta leggermente dal fiume e attraversa i pittoreschi villaggi di Unterpinswang e Oberpinswang, prima di valicare il Kniepass in direzione di Pflach, come al tempo dei Romani. Ai margini della pianura alluvionale del Lech, attraversando i prati, la ciclabile arriva infine al capoluogo distrettuale, Reutte.
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Untermarkt 34, 6600 Reutte
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Dai campi vicini al fiume il percorso ciclabile conduce al centro della città-mercato, passando inizialmente per la zona a traffico limitato del Mercato di sotto (Untermarkt). Alla rotonda comincia il Mercato di sopra (Obermarkt) e ora si pedala sulla via del sale. Attenzione a non lasciarvi sfuggire il bivio che dapprima va in direzione di Spital e poco dopo sale verso Ehrenberg. Dai castelli di Ehrenberg il percorso ciclabile si arrampica su un sentiero acciottolato, che segue la via del sale, leggermente ripida. La strada romana, in continua salita, può purtroppo essere rintracciata solo in alcuni punti.
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Testi delle cartine storiche di ...
400 dopo Cristo
Strade magistralmente realizzate
L’obiettivo dei costruttori romani di strade era quello di realizzare il collegamento più rapido possibile dall’Adriatico o dal Po ffiifino al Limes. Nello stesso Tirolo la Via Claudia Augusta conta perciò solamente 4 tornanti. Ciononostante la prima strada trans-europea ha una pendenza relativamente costante anche nei complessi attraversamenti dei passi. Un’opera magistrale è anche la porzione di strada che supera la zona paludosa di “Moos” su migliaia di tronchi d’albero, posta tra Lermoos, Ehrwald e Biberwier, nelle cui vicinanze si trovavano due insediamenti, quello di Ehrwald, che esisteva già prima dei Romani e continuò ad esserci anche in epoca romana, ed uno fondato dai Romani stessi, attorno alla stazione di sosta di Biberwier, immediatamente prima del Fernpass.
1599
Vivere della strada
Se la strada romana viveva del primo mercato interno europeo, senza alcuna dogana o pedaggio, l’epoca della “via del sale” è segnata dal Rodfuhrwesen, il sistema di diritti sui trasporti. I conffiifinanti avevano il privilegio esclusivo sul trasporto di determinate merci (come il sale) da un luogo a quello successivo. La popolazione lungo la strada traeva proffiifitto sia da un sistema che dall’altro. Cosa di cui le genti dello “Zwischentoren“, la zona posta tra le porte di Ehrenberg e di Fernstein, presero presumibilmente piena coscienza solo quando il passo dell‘Arlberg divenne nuovamente transitabile. Il traffico venne spostato altrove ed essi caddero nella povertà più nera. Molti abitanti dell’Außerfern dovettero andare a lavorare come manovali nelle regioni settentrionali, dopo essersi trovati per prendere congedo nell’unica chiesa corporativa austriaca a Bichlbach. Anche i bambini partivano per lavorare come servi stagionali in Svevia, venendo perciò detti “Schwabenkinder”.
1926
Nuovi collegamenti
Nella seconda metà del XIX secolo cominciò una nuova ondata di accessibilità dello “Zwischentoren”, la zona tra le due porte di Ehrenberg e Fernstein, attraverso cui passava fiffiino al 1856 la strada del Fernpass. In seguito venne costruita l’attuale strada. Nel 1913 venne prolungata la ferrovia dell‘Außerfern, che in precedenza terminava a Reutte. Come alternativa al tracciato realizzato che passando per Garmisch proseguiva verso Innsbruck, si discusse anche di un collegamento attraverso Gaistal, Leutasch e Seefeld. C’erano inoltre progetti per un collegamento ferroviario per Imst, con un tunnel sommitale del Fernpass, come si prevede oggi per le auto. La “ferrovia dello Zugspitze” tirolese fu una delle prime ferrovie di montagna e promosse il turismo in questa regione.
Come il tracciato romano e la via del sale, il percorso ciclabile passa attraverso le porte della Chiusa di Ehrenberg. Per molti secoli questa era l’unica possibilità per oltrepassare la strettoia, dove i carrettieri dovevano pagare il pedaggio. Si prosegue quindi su sentieri forestali per Heiterwang attraversando il Klausenwald, il “bosco della chiusa”. Fino alla periferia il ciclista pedala nella zona della strada romana, quindi attraverso la località sulla via del sale, che descriveva lì un ampio arco. Poi attraverso prati verdi e fioriti si va verso Bichlbach. Sullo sfondo il “Mähberg”, il “monte falciato”, che fino al tardo secolo scorso veniva falciato fin sulla vetta. La ciclabile segue la via principale di Bichlbach, che corrisponde in larga misura alla strada romana. Attraverso prati e boschi si va infine verso Wengle, Lähn e nella conca tra Lermoos, Ehrwald e Biberwier.
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Alla periferia di Lermoos il percorso ciclabile passa al di sotto della superstrada del Fernpass, volendo è questa l’odierna strada a lunga percorrenza Via Claudia Augusta, che poco dopo entra nel Lermooser Tunnel. Inizialmente il ciclista segue la massicciata della ferrovia dell’Außerfern e percorre poi la pittoresca zona paludosa di “Moos”, posta tra le tre località, in direzione di Biberwier. Là il percorso passa accanto al luogo in cui qualche anno fa gli archeologi hanno riportato alla luce una stazione di sosta romana. Alla pittoresca piccola località fa seguito la salita verso il Fernpass.
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Testo della mappa storica di ...
100 D.C.
Antica zona d‘insediamento
Nel 763 compare nelle fonti scritte “Oppidum Humiste”. Oppidum è un insediamento fortifificato preromano. Il fatto che venga menzionato dopo l’età romana fa riferimento ad un popolamento continuativo a partire dall’epoca preromana, che si potrebbe collocare sul “Bergl”, l’altura al di sopra del centro cittadino di Imst. Anche Dormitz presso Nassereith ci sono testimonianze di un popolamento protostorico. Qui e là i Romani costruirono stazioni lungo la Via Claudia Augusta. Attorno ad esse si svilupparono degli insediamenti. Ad Imst, che era il luogo abitato più importante tra Füssen e Merano, si presume che fosse parallelo al popolamento preromano. Un popolamento protostorico e romano è presente inoltre anche sul lato esposto al sole del Tschirgant, a Karrösten e Karres.
1550
Roccaforte dell’attività mineraria
La regione lungo la Via Claudia Augusta tra il Biberwier e la valle dell’Inn fu da molti punti di vista una roccaforte dell’attività mineraria. Nei monti del Mieming ad est, nelle Alpi della Lechtal a nord e sui pendii del Tschirgant a sud si trovavano importanti regioni minerarie storiche. Soprattutto nella parete rocciosa del “Wannig”, davanti a cui giace Nasserreith, si trovano, osservandola da vicino, numerosi orifizi. Venivano estratti soprattutto piombo sotto forma di tetraedrite per la miniera d’argento di Schwaz e zinco. In più Imst, oltre ad essere sede di mercato e nodo stradale, era sede del tribunale minerario, la cui sfera d’azione si estendeva fino l’Ausserfern e verso il Vorarlberg.
1901
Città a lungo negata
Già da millenni Imst è il più importante insediamento tra Füssen e Merano ed un importante nodo stradale. Dal tardo medioevo è sede di mercato e dal XV al XVII secolo aveva sede un tribunale minerario, il cui raggio d’azione giungeva ffiino all’Außerfern e verso il Vorarlberg. Se gli infflluenti signori di Starkenberg non fossero stati contrari, perché Imst sarebbe quindi stata direttamente soggetta al principe territoriale, la metropoli della Gurgltal sarebbe divenuta già 700 anni fa una città cinta da mura. Dopo un incendio nel 1822, di cui furono vittime 206 delle 220 case, Imst fu ricostruita e nel 1898 venne finalmente elevata al rango di città. Imst è inoltre nota anche per i suoi avicoltori e i suoi mercanti.
Varcare il passo affidandosi alle proprie forze è impresa faticosa. La tappa offre però le impressioni uniche del paesaggio creato da una vasta frana e dei numerosi ed estesi tratti del tracciato romano della Via Claudia Augusta, come pure della strada che le era succeduta nel tardo medioevo. Inoltre è una sensazione entusiasmante aver valicato il passo da soli. Perché quella del passo sia un’esperienza a tutto tondo si consiglia di calcolare tempi di percorrenza più lunghi rispetto alle altre tappe, e mettersi precauzionalmente nell’ordine di idee di spingere la bicicletta per qualche centinaio di metri. Anche i Romani scendevano sicuramente spesso dai carri, per aiutare le bestie da tiro. Altrimenti si può prendere l'autobus oltre il passo. Da Biberwier per breve tempo il percorso ciclabile scorre parallelo alla strada su di una corsia ciclabile. Poi piega a sinistra in un sentiero forestale che passando accanto al lago Weissensee porta su al vecchio passo del Fernpass. Nel punto in cui il sentiero forestale tocca la strada statale, dall’altro lato della strada ci si può avviare verso il Blindsee, uno dei più amati laghi balneabili alpini. Raggiunta l’altitudine del vecchio passo, che risale ai Romani, si ha una splendida vista sul paesaggio franoso e sulle almeno cinque strade che nel corso della storia condussero al Fernpass. Il tracciato facilmente riconoscibile della strada romana devia poco dopo a sinistra rispetto al sentiero forestale e discende adagio la montagna. La ciclabile segue inizialmente il sentiero forestale, prosegue in direzione dell’attuale Fernpass, percorrendo la strada tardomedievale nella nicchia “Afrigal”, originata da una frana rocciosa. Su sentieri forestali e in parte su sentieri acciottolati più stretti, il percorso scende infine al castello di Fernstein, dove varca le porte dell’antica stazione doganale.
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Johannesplatz 4, 6460 Imst
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Su sentieri forestali, poi sul sentiero ciclabile ed infine sulla strada principale del paese, il percorso ciclabile conduce da Fernstein al pittoresco centro di Nassereith, il cui passato minerario è testimoniato ancor oggi dalle aperture nel fianco della montagna. Si prosegue tra i prati al di sotto di Dormitz ed attraverso il bosco di Strad (Strader Wald). Il pittoresco sentiero forestale coincide in buona parte con la strada romana. Poco dopo Strad il “Knappenwelt”, il mondo dei minatori della Gurgltal aspetta di essere scoperto. Poi, come faceva a suo tempo la strada romana, il percorso ciclabile attraversa la valle e da Tarrenz prosegue per Imst sul versante assolato.
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Attraverso i prati verdi e fioriti della Gurgltal il percorso ciclabile porta alla città di Imst, immettedosi poco prima della chiesa parrocchiale nella storica Hauptstraße, la via principale. Essa unisce i due quartieri storici del Mercato di sopra e di sotto (Ober- und Untermarkt). Dalla parrocchiale coincide largamente con la strada romana. Al termine del centro storico il percorso gira nell‘Untermarkt, attraversa la Stadtplatz e lascia la città — passando per una porta, la Hintertür — in direzione dell’Inn.
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Testo delle mappe storiche di ...
prima dell'anno 0
Densamente popolato dall‘antichità
Già durante la preistoria la zona attorno a Landeck era relativamente ben popolata. Al di sopra di Schönwies, a Stanz e Grins, a Perjen, a Fließ, all’ingresso della valle Kaunertal, a Fiss e Serfaus, ... — su ogni pendio assolato ed ogni terrazzamento sono attestati insediamenti o ci sono per lo meno indizi di un popolamento. Gli insediamenti erano collegati tra di loro da carrarecce. Oltre a quella nella valle dell‘Inn ci sarebbe stata una scorciatoia che dalla valle Kaunertal attraverso il Piller Sattel conduceva a Imst. Sopra Fließ si trovava un luogo dove si tenevano roghi votivi, in cui per secoli, fifino in epoca romana, vennero invocati gli dei. Nel museo archeologico di Fließ si possono ammirare ritrovamenti preistorici risalenti a questo periodo, con un’abbondanza ed una qualità che si trovano altrimenti solo nelle grandi città.
450
Chiese protocristiane
Nella zona di Landeck la strada romana Via Claudia Augusta si snodava prevalentemente sui pendii — alla tratta tra il ponte sull’Inn presso Starkenbach e Landeck seguiva quella rimarchevole e pittoresca che attraversava la “placca” in direzione di Fließ, dove le tracce di carri risalenti ad epoche diverse narrano vicende legate alla strada. Solamente nella zona del castello di Landeck la Via Claudia Augusta abbandonava il pendio — presumibilmente perché là si trovava una stazione di sosta e la strada deviava attraverso l’Arlberg. L’importante collegamento viario non comportò solamente uno sviluppo economico, bensì anche un intenso scambio culturale, come emerge tra l’altro anche dalla precoce cristianizzazione. La chiesa parrocchiale di Landeck e la chiesa di San Lorenzo sul “Bergl”, la collina di Imst, hanno radici nel V secolo, mentre la Maaßkirche presso il museo archeologico di Fließ nel VI secolo.
1787
Landeck punto nodale
Già in epoca romana alla confluenza tra Sanna ed Inn si intersecavano per la prima volta due strade transregionali. Nel 1787 venne rinnovata e rilanciata la strada verso il Vorarlberg, che già da lungo tempo non era più praticabile, ed il fondovalle divenne finalmente un punto nodale. Il resto lo fece la costruzione della ferrovia dell’Arlberg nel 1884, nel cui ambito vennero creati anche 800 posti di lavoro e la popolazione crebbe notevolmente. Attorno al 1900 i comuni di Perfuchs e Angedair vennero uniti per formare Landeck, che nel 1904 divenne un mercato e nel 1923 una città. Landeck è capoluogo distrettuale già dal 1868, quando ancora non esisteva un luogo con questo nome, bensì solamente il castello di Landeck. Vittima dello spostamento del traffico in direzione est-ovest sulla tratta dell’Arlberg fu tra l’altro lo “Zwischentoren” tra Fernstein e Reutte. Molti dei poverissimi abitanti dell’Außerfern furono di conseguenza costretti a cercare lavoro nelle più ricche regioni confinanti verso nord.
Da Brennbichl, un quartiere di Imst, il percorso ciclabile della Via Claudia Augusta si snoda parallelo alla ciclabile dell’Inn. Lungo la strada si trovano la stazione di servizio esperienziale Trofana Tyrol e la piana di Mils, in cui si può fare una meravigliosa sosta. La Dorfstraße, la via su cui il percorso ciclabile attraversa Mils, corrisponde al tracciato della via romana. Dopo aver superato l’Inn si passa — lontano da traffico — per il paese di Schönwies, che si sviluppa in lunghezza. Poco fuori da questa località il percorso ciclabile transita accanto alla testa del ponte sull‘Inn, che fino al XIX secolo sorgeva nella stessa posizione di un ponte romano. Dopo un sottopasso ferroviario ci si può far tentare da una deviazione per la Kronburg. Si prosegue in direzione di Zams, attraversando prati rigogliosi. In un’area di sosta su di un’altura presso Fels si possono vedere tracce di carri romani.
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Il percorso ciclabile porta a Zams, dove poco prima del centro attraversa l’Inn, seguendolo poi nei quartieri di Perjen e Bruck al centro della città capoluogo distrettuale. Direttamente sulla strada si trova il mondo d’acque dello “Zammer Lochputz”. Il ciclista attraversa il centro cittadino sulla storica via Malserstraße, che sta vivendo una nuova fioritura commerciale. Poco più in su ci sono la chiesa parrocchiale e il castello di Landeck. Il percorso ciclabile oltrepassa poi l’Inn e prosegue sulla sinistra orografica del fiume, in gran parte ombreggiata dal bosco, verso Urgen, un quartiere di Fließ. Da lì accompagna per un tratto la vecchia strada nazionale fino alla salita che porta al centro del Comune di Fließ dove si trova il Centro di documentazione della Via Claudia Augusta. Con tre ulteriori attraversamenti dell’Inn, il percorso ciclabile regala immagini sempre diverse del principale fiume del Tirolo.
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Testo delle mappe storiche di ...
100 D.C.
Strada principalmente nel fondovalle
A causa della ristrettezza della valle, minacciata dalla caduta di massi e spesso occupata completamente dal fiume Inn, tra Landeck e Fließ la Via Claudia Augusta seguiva il pendio, attraverso la “placca” di Fließ, su cui nelle diverse epoche i carri hanno lasciato le proprie tracce nella roccia. La strada romana poteva quindi dipanarsi nuovamente nella valle fino a Altfinstermünz — varcando alcune volte il fiume — attraverso il fondovalle, poiché in quella zona la natura mantiene l’Inn in un corso ristretto. Dopo Finstermünz la strada risale la gola con una costante pendenza dell‘11 %, verso l’unica stazione stradale tramandata nelle fonti scritte, Inutrium, poco prima del punto più elevato della strada e del passo Resia. C’erano presumibilmente due ulteriori stazioni di sosta tra Prutz e Pfunds. Sicuramente Fließ e Inutrium erano abitate.
1530
Strada e attività mineraria
Nel Medioevo e nell’Età moderna si continuò ad utilizzare la strada romana per lunghi tratti. Rocche come Pidenegg, Pernegg, Laudegg, Siegmundsriedt, Finstermünz e Naudersberg costellavano le vie di transito. Al di fuori delle vie principali c’erano quasi solamente mulattiere. Oltre all’agricoltura per l’autosostentamento e le possibilità di guadagno collegate alla strada, era l’attività mineraria a portare entrate, dapprima nella Kaunertal, quindi nella Bergtal, in seguito nella Platzertal. Inoltre a Serfaus si estraeva il minerale che veniva trattato a Fließ.
1910
Nuove vie di comunicazione
A lungo si discusse su come si dovesse rinnovare la strada del Resia. Infine si imposero i costruttori moderni e tra il 1852 e il 1856 venne costruita la strada con tornanti e gallerie che viene utilizzata in gran parte ancora oggi. Furono realizzate strade anche in Engadina, verso il Samnaun e per l’attività mineraria nella Platzertal. Il minerale veniva tra l’altro trasportato anche con un apposito impianto a fune. Oltre agli investimenti per le strade, c’erano anche due diversi progetti per un collegamento ferroviario attraverso passo Resia, per cui sarebbero state necessarie numerose gallerie. La posizione strategicamente importante del passo è testimoniata dalla fortezza più settentrionale dell’Austria-Ungheria in direzione dell’Italia.
Sull’antica strada regionale, che corrisponde in larga misura all’antica strada romana e che appartiene oggi solamente ai viandanti, ai ciclisti ed ai confinanti, il percorso ciclabile attraversando prati pittoreschi ai piedi del castello di Laudegg, porta a Prutz, dove, come la strada romana, attraversa l’Inn. Passato il centro di Prutz si percorre una nuova pista ciclabile, passando accanto al locale lago balneabile, verso Ried im Oberinntal e quindi verso Tösens. Verso Pfunds il percorso ciclabile attraversa inizialmente borghi pittoreschi lungo l’antica strada regionale sulle tracce della strada romana lungo il pendio occidentale della montagna. Poi cambia lato della valle entrando nel paese di Pfunds. Grazie a un antico ponte sull’Inn con relativa torre, nel percorso ciclabile è compreso anche il cuore storico del Comune di Stuben. Prima di arrivare lungo l’Inn alla storica dogana di Altfinstermünz, la strada romana, oggi coincidente con il percorso ciclabile, forma per un breve tratto il confine esterno dell’UE con la Svizzera.
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Tutti i passi lungo la Via Claudia Augusta possono essere superarti prendendo lo shuttle per le bici oppure pedalando. Più volte al giorno l’autobus pubblico, provvisto di un grosso rimorchio per le biciclette, consente di raggiungere il passo Resia.
Se si decide di raggiungere autonomamente il “tetto” del tour pedalando, si imbocca la pittoresca pista ciclabile lungo l’Inn verso Altfinstermünz e quindi verso Martina in Svizzera (attenzione, confine dell’UE, non dimenticate i documenti!). Da Martina percorrendo numerosi tornanti si sale alla Norbertshöhe e verso Nauders am Reschenpass. Di là si prosegue sulla vecchia strada regionale per il passo Resia, che oggi ha solamente una corsia e viene utilizzata esclusivamente da confinanti, ciclisti e pedoni. Si snoda – in parte facendo delle serpentine – attraverso pittoreschi prati montani e corrisponde esattamente al tracciato della strada romana (punto fotografico). A differenza della ciclabile dell’Adige, il percorso ciclabile della Via Claudia Augusta segue la riva di entrambi i laghi, su cui passava anche la strada romana. Oggi tuttavia quest’ultima giace sul fondo del lago, così come il paese di Curon vecchia e la sua chiesa. Poco dopo la diga di Resia si arriva al pittoresco “Dörfl” (paesino) e nella piana di Malles, attraversata un tempo anche dalla strada romana.
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Ai bordi della piana di Malles, il più grande conoide di deiezione delle Alpi con i suoi pittoreschi Waalen, i sentieri d’acqua, si arriva al paesino di Burgusio, sopra il quale troneggia il convento di Monte Maria sulla pista ciclabile della Venosta. Si prosegue lungo la periferia di Malles con le sue tante torri, attraversando i paesini di Clusio e Laudes fino alla cittadina medievale di Glorenza. Sulla strada che segue attraverso prati e meleti fino a poco prima di Spondinga si trovano da una parte Sluderno e castel Coira e dall’altra le rovine di castel Montechiaro/Lichtenberg. Da Malles inizia inoltre il Monte Sole con la sua tipica vegetazione di prati riarsi. Infine il percorso ciclabile attraversa la valle in una zona umida dove vi aspetta Prato allo Stelvio, ai piedi dell’omonimo passo.
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Passando tra prati e meleti attraverso il paesino di Cengles con l’omonimo castello, si raggiunge Lasa, il paese del marmo, con la piazza principale tutta di marmo bianco, a cui si arriva dal ponte sull’Adige. Da Lasa la pista ciclabile si snoda tra boschi e prati, per lo più lungo l’Adige, che in questo tratto procede sul lato meridionale della valle, più fresco. In alto, al di sopra del percorso ciclabile si trovano le famose cave di marmo di Lasa e Covelano, collegate alla valle tramite una funicolare inclinata. A Covelano si può prendere la strada verso il centro del capoluogo comprensoriale Silandro, per una visita alla sua pittoresca zona pedonale.
Da Covelano si arriva a Morter tra i meleti.
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Da Silandro tra meleti, prati e boschi — sul lato meridionale della valle, più fresco — passando per Morter si raggiunge Laces. Il percorso ciclabile attraversa il vivace centro del comune, che merita una visita e conduce poi all’Adige, che segue in direzione di Castelbello attraverso una gola. Qui si percepisce in modo particolare che in val Venosta i ciclisti sono i benvenuti: il percorso ciclabile ha un posizionamento ed un ruolo rilevante lungo tutto l’attraversamento del paese, cosa che succede altrimenti solo con le strade carrozzabili. L’ufficio informazioni si trova direttamente sulla strada. Si prosegue lungo l’Adige, affiancato anche dalla ferrovia della Venosta. Quest’ultima collega la val Venosta al resto dell’Alto Adige ed è perfettamente strutturata per il trasporto di biciclette e ciclisti.
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Attraverso meleti e prati – per buona parte lungo l’Adige – ci si dirige verso Stava, Cirlano e Naturno. Il comune-mercato contende alle principali località della val Venosta il titolo ufficioso di centro più vivace della vallata, con innumerevoli locali, negozi… Il percorso ciclabile si dipana pittorescamente lungo l’Adige con diverse possibilità di fare una breve deviazione per recarsi in centro dell’uno o dell’altro paese. Gli highlight storici e culturali di questo tratto sono il Museo di San Procolo con una splendida impostazione didattica e la chiesetta di San Procolo con eccezionali affreschi in parte del VII secolo. Lungo l’Adige si prosegue per Plaus e Rablà, dove venne ritrovato uno dei due miliari che tramandano la storia della Via Claudia Augusta. Il comune di Parcines, si trova un po’ più in alto rispetto al percorso. Si prosegue verso il terrazzamento di Tell, confine geografico della val Venosta, un tempo sede della dogana.
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Dal terrazzamento di Tell comincia una delle parti più spettacolari del percorso ciclabile della Via Claudia Augusta. Il Comune-giardino di Lagundo vi accoglie nella parte alta con una pergola e delle sedie di enormi dimensioni, da dove si può godere un ampio panorama. Si scende poi con varie curve a luoghi, il cui paesaggio evidenzia per la prima volta un carattere decisamente mediterraneo. A Lagundo e nella vicina città di cura di Merano le palme ed altre piante mediterranee non sono affatto una rarità. Arrivati nella parte bassa Lagundo vi accoglie con il museo “Testa di ponte”, dedicato ai resti del ponte medievale sull’Adige, che si trovava nel luogo in cui presumibilmente anche i Romani attraversavano il fiume. Questa era infatti l’ultima possibilità prima che il fiume si allargasse nell’intera vallata. Seguono due alternative: o prendere la pista ciclabile che costeggia Merano, da cui si può raggiungere facilmente anche il centro, con i suoi famosi Portici e il Kurhaus, o attraversare l’Adige sul ponte di legno di Lagundo e arrivare a Marlengo lungo la vecchia strada.
Da Malles si arriva a Bolzano o con la ciclabile dell’Adige, che passa lungo il fondovalle dritta come un fuso, o attraverso i pittoreschi paesi di Cermes, Lana di Sopra, di Mezzo e di Sotto, Nalles e Andriano, in cui c’è una notevole quantità di cose da scoprire e da vivere. Meritano una visita in particolare la chiesa parrocchiale di Lana di Sotto e il Museo Altoatesino della Frutticultura, proprio dietro l’angolo. Al di sopra del percorso ciclabile troneggia una residenza signorile dopo l‘altra.
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Arrivati a Frangarto, Bolzano è ormai raggiunta. In alto troneggia castel Firmiano, a cui Reinhold Messner ha dato una nuova vita come MessnerMoutainMuseum (MMM). Qui il ciclista ha l’imbarazzo della scelta, se seguire la ciclabile dell’Adige a valle, con una possibile deviazione lungo l’Isarco verso il centro città, oppure pedalare sulla pista ciclabile lungo la Strada del vino attraverso i Comuni di Appiano e Caldaro al Lago. Nel centro di Bolzano ciò che attira è un misto di grande storia e di città al passo con i tempi, in cui lo stile di vita tedesco ed italiano interagiscono... Lungo la Strada del vino, che si raggiunge attraverso un vecchio tracciato ferroviario, sono i celebri paesi vinicoli ed il lago di Caldaro ad attirare l’attenzione.
La pista ciclabile si snoda lungo l’Adige, verso Vadena, alla periferia di Laives, divenuta una città, e verso Bronzolo, tra le quali, lungo il fiume, si trova l’antico punto di partenza del trasporto di carichi pesanti su zattere. Poco prima di Ora si può scegliere tra il percorso lungo l’Adige e quello lungo la Strada del vino. Il percorso della Strada del Vino passa per i pittoreschi paesi vinicoli di Termeno, Cortaccia, Magré e Cortina all’Adige per arrivare a Salorno. La variante sull’Adige porta inizialmente ad Ora. L’animata località si trova ai piedi dell’imponente collina di Castelfeder. Segue poi Egna, che un tempo ospitava la stazione di sosta romana di Endidae. Si arriva a Laghetti, la frazione di Egna, il cui nome deriva probabilmente da un lago, creato dallo sbarramento formato dai detriti del fiume Noce. Si giunge infine, là dove la valle si restringe, al pittoresco paese di Salorno. Il castello di Salorno/Haderburg faceva parte del sistema di difesa di questo luogo strategicamente importante, che costituisce oggi il confine tra il territorio con maggioranza linguistica tedesca e quello di lingua italiana.
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Se si rimane sulla ciclabile dell’Adige e non si segue il percorso ciclistico attraverso la Piana Rotaliana, si perdono alcune cose. Nella pianura dove il Noce sfocia nell’Adige quasi ogni metro viene utilizzato per la coltivazione dell’uva Teroldego, che ha qui la propria patria. Il percorso ciclabile porta dapprima a Roverè della Luna e quindi a Mezzocorona, il centro agricolo della piana, sopra cui troneggia castel San Gottardo, costruito nella roccia. Con una funivia si arriva all‘altopiano “Monte” in alto sulla montagna, da cui si gode di una magnifica vista sulla pianura. Segue Mezzolombardo, il centro commerciale del territorio, mentre San Michele ne era tradizionalmente il centro culturale, a causa dell’antico convento, in cui ancor oggi ha sede il centro di competenza agricolo del Trentino, ma attira l’attenzione anche per un museo etnografico che merita di essere visto. Nel sud della Piana Rotaliana ci sono infine l’antico porto fluviale di Nave San Rocco, Zambana, celebre per gli asparagi e Lavis, che attrae per il suo bel centro ed i giardini pensili dietro di esso.
Il percorso ciclabile in direzione di Altino riporta nuovamente per una tratta nella parte nord della città, dove si inerpica sull’altura tra val d’Adige e Valsugana, che anche la strada romana doveva superare. Sul percorso si aprono alle spalle belle vedute sulla città. Si passa anche attraverso l‘Ecomuseo Argentario, che documenta il passato di questo territorio, segnato dall’industria mineraria argentifera. Arrivati in Valsugana il percorso ciclabile passa attraverso un forte di sbarramento della Prima guerra mondiale, attraverso villaggi animati e un pittoresco paesaggio naturale. A Pergine si transita tra l’altro per la rinascimentale via Maier. Il percorso ciclabile conduce quindi ai piedi del castello di Pergine e al di sopra del lago di Levico, nell’omonima città di cura fondata dagli Asburgo e sede di guarnigione.
Il percorso ciclabile in direzione di Altino riporta nuovamente per una tratta nella parte nord della città, dove si inerpica sull’altura tra val d’Adige e Valsugana, che anche la strada romana doveva superare. Sul percorso si aprono alle spalle belle vedute sulla città. Si passa anche attraverso l‘Ecomuseo Argentario, che documenta il passato di questo territorio, segnato dall’industria mineraria argentifera. Arrivati in Valsugana il percorso ciclabile passa attraverso un forte di sbarramento della Prima guerra mondiale, attraverso villaggi animati e un pittoresco paesaggio naturale. A Pergine si transita tra l’altro per la rinascimentale via Maier. Il percorso ciclabile conduce quindi ai piedi del castello di Pergine e al di sopra del lago di Levico, nell’omonima città di cura fondata dagli Asburgo e sede di guarnigione.
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38057 Pergine Valsugana, Piazza Serra, 10
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Da Levico il percorso ciclabile prosegue nel pittoresco quartiere di Selva, da dove si scende verso il fondovalle. Fino a Marter si segue la pista ciclabile del Brenta, prima di passare per la seconda località termale della Valsugana, Roncegno Terme. Di là — con Castel Telvana in vista — si passa attraverso prati verdi e fioriti in direzione Borgo, il capoluogo della Media e Bassa Valsugana. La strada attraverso il centro storico corrisponde alla Via Claudia Augusta. Da Borgo il percorso ciclabile va a Castelnuovo, da dove si gode di una bella vista su castel Ivano. Dal fondovalle ora si sale un poco alla volta sull’altopiano del Tesino, con un susseguirsi di belle vedute sulla Valsugana che rimane alle spalle.
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Lasciata alle spalle la maggior parte delle salite, si arriva a Bieno, località che viene vissuta come facente già parte dell’Altopiano del Tesino. Attraverso un paesaggio idilliaco il percorso ciclistico prosegue oltre un torrente di montagna e lungo un lago fino fino alla pittoresca località di Pieve Tesino che attraversa in tutta la sua lunghezza. Sulla collina sopra Castello Tesino doveva trovarsi un tempo un castrum romano. Di qui il percorso si snoda su pittoresche stradine di montagna fino a Lamon. La strada romana passava sull’altro versante della valle oltre la gola del torrente montano Senaiga e attraverso il suggestivo San Donato, dove un cimitero romano testimonia la presenza di un insediamento. Chi non teme i sentieri acciottolati, può anche prendere questo percorso che regala a chi lo percorre una natura meravigliosa e splendidi scorci. Lamon e il successivo Sovramonte sorgono al margine del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Prima di Sovramonte segue ancora un tratto di valle, poi si sale costantemente verso il passo di Croce D‘Aune. Sia per salire all’Altopiano del Tesino che da Ponte Oltra al passo di Croce D‘Aune c’è uno shuttle per le bici, prenotabile con un SMS.
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Dal passo di Croce D‘Aune si scende con alcuni tornanti nella zona di Feltre. In questa città carica di storia ci si arriva passando da Pedavena, che invita a bere una rinfrescante birra nella birreria più grande d’Italia. Il percorso ciclabile passa attraverso la strada centrale a traffico limitato di Feltre e lungo la sua cinta muraria medievale. Al centro storico si sale con le scale o l’ascensore, che si trovano in una galleria sotto la rocca. Dopo Feltre si percorre un suggestivo viale con splendide vedute delle Prealpi, passando accanto alle signorili Ville Venete e attraverso pittoreschi villaggi fino a Cesiomaggiore, dove venne ritrovato uno dei due miliari che ci raccontano la storia della realizzazione della Via Claudia Augusta. La strada romana attraversava il fiume Piave tra Santa Giustina e Mel, il percorso ciclabile invece tra Busche e Cesana, un ulteriore attraversamento storico, là dove oggi il fiume montano è stato sbarrato formando un invaso. Al di sotto del lago artificiale si può godere un bel luogo balneabile con il Caffè della spiaggia.
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La strada romana attraversava un tempo il Piave con un guado posto tra Santa Giustina e la frazione Nave del Comune di Borgo Valbelluna, come testimonia il nome stesso, “Nave”. Anche là dove oggi il percorso ciclabile passa il fiume, tra Busche e Cesana, potrebbe esserci già stato un attraversamento in epoca romana. Dopo aver attraversato il fiume il ciclista deve decidere se vuole superare il pittoresco passo di Praderadego con le sue forze, come facevano un tempo anche i romani, o con lo shuttle (da prenotare con un SMS, www.viaclaudia.org) o spostarsi lungo il Piave, su di una strada relativamente molto trafficata, verso Valdobbiadene e di là sulla parte meridionale del passo. La vista delle colline del Prosecco dal Praderadego ne vale comunque la pena. Con l’aria limpida si arriva addirittura a vedere la Laguna di Venezia. La strada attraverso la Valbelluna in direzione di Praderadego conduce a Lentiai attraverso varie piccole località. Da Bardies il percorso sale fino al passo. Da Corte una deviazione conduce al Comune di Mel, dalla cui piazza parte anche lo shuttle per il passo (in alternativa si sale a Bardies).
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Da Bardies il percorso ciclabile sale verso Praderadego. Lungo la strada si trovano piccole località pittoresche e il castello di Zumelle. Al passo vi aspettano un rifugio e una semplice locanda di montagna. Poco più in là da una roccia si ha una splendida vista sulle colline del Prosecco e sulla pianura veneta, con buona visibilità addirittura fino a Venezia. Quindi con numerose serpentine si scende verso Valmareno. Di qui si apre una meravigliosa vista sul castello rinascimentale di Castelbrando, che invita a fare una visita al bel complesso. Il percorso ciclabile passa per le località di Follina con la sua abbazia che merita di essere vista e Pieve di Soligo. Poi il percorso ciclabile attraversa le colline vinicole del Prosecco passando accanto al castello di Collalto per arrivare a Susegana e a Santa Lucia di Piave. In località “Ponte della Priula”, che fa parte di Susegana si trova — come già dice il nome — uno dei pochi ponti sul fiume Piave, attraverso cui il percorso ciclabile si sposta sulla riva destra del fiume Piave, mostrandone in parte il lato sinistro e in parte quello destro, conformemente alle teorie degli esperti di storia: alcuni di loro ritengono che la Via Claudia fosse a sinistra, altri che fosse a destra.
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Dopo aver superato l’ampio letto fluviale del Piave, il percorso ciclabile mostra le differenti sfaccettature che offre la pianura veneta: natura, vaste superfici agricole, piccoli insediamenti trasognati e animate località di maggiori dimensioni antistanti la città di Treviso. Prima di dirigersi verso sud, ci si può far tentare da una deviazione a Nervesa della Battaglia, il cui nome, come pure la rovina dell’abbazia di Sant’Eustachio, ricorda un campo di battaglia della Prima guerra mondiale su cui si combatté duramente. Nella parte nord del Comune si trova la zona di coltivazione vinicola e di villeggiatura “Montello e Colli Asolani”. Dopo Spresiano il percorso ciclabile conduce ancora una volta al Piave, dove a Palazzon si trovano i resti del porto medievale. Poi si arriva a Treviso passando per Lovandina e Villorba. A Villorba c‘è da scoprire un numero particolarmente elevato di Ville Venete tipiche della regione. Una di queste viene utilizzata dal Comune a fini di rappresentanza.
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Da Villorba il percorso ciclabile punta direttamente su Porta San Tomaso, che è una delle numerose porte del centro storico, delimitato da mura massicce. Davanti si stendono aree verdi e scorre il canale. Il percorso ciclabile si snoda attorno alla centro storico in senso orario, seguendo poi il fiume Sile nel Parco naturale del Sile.
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Sulla strada per Quarto D‘Altino il percorso ciclabile conduce dapprima al Comune di Silea attraverso il Parco naturale del Sile. A Cendron attraversa il fiume e conduce al tracciato originale sempre dritto della Via Claudia Augusta, snodandosi attraverso il territorio del comune di Roncade. L’omonimo castello di Roncade invita a fare una visita nel centro cittadino, prima di dirigersi, attraverso la pittoresca piccola località di Musestre, oltre il Sile sulla Piazza di Quarto D‘Altino.
Auskunft zur gesamten Route erteilt die
Via Claudia Augusta Info
www.viaclaudia.org
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Detailfragen zur Region beantwortet am Besten das
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La strada romana e il percorso ciclabile Via Claudia Augusta da Quarto D‘Altino continuano verso Altino, il luogo dell’antico porto sull’Adriatico al bordo della laguna. Qui si trova un museo archeologico che vale proprio la pena di visitare, con un modello della città portuale. Se si vogliono aggiungere al percorso ciclistico un paio di giorni di vacanza, la cosa migliore da fare è acquartierarsi nella più tranquilla e meno costosa Quarto D‘Altino. Di qui si arriva a Venezia in treno o in barca, attraverso la laguna. È anche possibile pedalare in sella alla bici fino a Trevio o al Lido di Jesolo.
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