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01 ... Donauwörth e Donau-Ries
02 ... Tra Donauwörth e Augsburg/Augusta
03 ... Augsburg/Augusta
04 ... Tra Augsburg/Augusta e Landsberg am Lech
05 ... Landsberg am Lech
06 ... Tra Landsberg am Lech e Schongau
07 ... Altenstadt, Schongau e Peiting
08 ... Tra Schongau e Füssen
09 ... Füssen e Schwangau
10 ... Tra Füssen e Reutte
11 ... Breitenwang, Reutte e Ehrenberg
12 ... Heiterwang e Bichlbach
13 ... Lermoos, Ehrwald e Biberwier
14 ... Attraverso il Fernpass
15 ... Tra il Fernpass e Imst
16 ... Imst
17 ... Tra Imst e Landeck
18 ... Zams, Landeck e Fließ
19 ... Tra Landeck e passo Resia
20 ... Il passo Resia
21 ... L’alta Val Venosta
22 ... Lasa e Silandro
23 ... Coldrano, Laces e Castelbello
24 ... La bassa Val Venosta
25 ... Lagundo, Merano e Marlengo
26 ... Tra Merano e Bolzano
27 ... Bolzano
28 ... Nel sud dell’Alto Adige
29 ... Attraverso la Piana Rotaliana
30 ... Val di Cembra, Pinè
leer ... Trento > Altino/Venezia (TRENTINO, VENETO)
31a ... Trento (Direzione Feltre, Treviso, Altino, Venezia)
32a ... L’alta Valsugana
33a ... La media Valsugana
34a ... Altopiano del Tesino, Lamon, Sovramonte
35a ... Feltre e il Feltrino
36a ... La Valbelluna
37a ... L’Altamarca
38a ... Destra Piave
39a ... Treviso
40a ... Silea, Roncade, Quarto D'Altino
41a ... La Laguna
Ci sta proprio a pennello che all’inizio di un viaggio lungo la strada storica, si trovi il Museo Archeologico ubicato nella Tanzhaus di via Reichstraße dove si trova anche l’imponente municipio. Attraversando la porta Riedner Tor, che ospita la Casa della storia cittadina, si arriva all’isola di Ried, l’antico insediamento da dove ebbe inizio lo sviluppo della città. Là si trova anche il Museo di storia locale. Tornando alla Reichstraße la passeggiata porta alla chiesa di Nostra Signora e alla Casa Fugger. Il tour termina con una visita al Museo delle bambole di Käthe Kruse per conoscere la storia di questi famosi giocattoli di Donauwört. L’ente turismo offre anche numerose visite guidate.
Museo Archeologico: Reichsstraße 34,
+49 (0)906 789-170, aperto sab, dom, festivi dalle 14 alle 17.
Haus der Stadtgeschichte (Casa della storia cittadina) im Rieder Tor: Spitalstraße 11,
+49 (0)906 789—170 oder —151, aperto su richiesta.
Heimatmuseum (Museo di storia locale) sull’isola Ried: Museumsplatz 2,
+43 (0)906 789—170 oppure —151, aperto mag — ott. mar — dom dalle 14 alle 17, nov. — apr. mer, sab, dom e festivi dalle 14 alle 17.
Käthe-Kruse-Puppen-Museum (Museo delle bambole): Pflegstr. 21a, +43(0)906 789-170 oppure — 151. aperto mag.— set. mar—dom dalle 11 alle 18, ott. — apr., gio — dom dalle 14 alle 17, 25.12 — 6.1 tutti i giorni dalle 14 alle 17, chiuso 24.12 e Venerdì santo.
Alla periferia di Nordheim una pedonabile, subito dopo il ponte a sinistra, conduce ad un miliario romano della Via Claudia Augusta (riproduzione), che segna il punto di partenza della strada romana.
14,5 milioni di anni fa cadde sulla Terra un asteroide della dimensione di 1 km circa, accompagnato da un satellite di 150 m. Si schiantarono sul pianoro dell’Alb ad una velocità di 70.000 km/h, creando due crateri con un diametro di 25 e di 4 km, il cratere di Nördlinger e quello di Steinheim.
Sul luogo di impatto si determinarono una pressione di svariati milioni di bar ed una temperatura di 20.000˚C: l’asteroide e parte delle rocce si fusero o addirittura evaporarono. Un’onda d’urto si diffuse a velocità supersonica attraverso le rocce più profonde che, a causa dell’alta pressione, vennero trasformate in minerali come la coesite, la stishovite e il diamante. Nei primi secondi dopo l’impatto si creò un cratere, che raggiunse la profondità di 4,5 km. Le masse rocciose scagliate all’esterno formarono una copertura di frammenti compatta, che arrivò fino ad una distanza di 50 km. Contemporaneamente una nube piroclastica ardente si sollevò sopra il cratere verso gli strati alti dell’atmosfera. Il cratere profondo esistette solo per pochi secondi, poiché il suo fondo si gonfiò all’interno del cratere stesso, mentre dal bordo scosceso del cratere scivolarono delle masse rocciose rendendo il bordo originario sempre meno netto. Infine il cratere collassò appiattendosi. Dopo pochi minuti i movimenti delle rocce erano terminati. La nube si posò sotto forma di copertura rocciosa calda dello spessore di diverse centinaia di metri.
Tutto ciò che riguarda il cratere di Ries si può scoprire nell’omonimo museo di Nördlingen, località di impronta medievale con la sua cinta muraria interamente conservata che si può percorrere a piedi. La catastrofe cosmica non ha lasciato dietro di sé solamente un affascinate paesaggio quasi circolare, che si può sperimentare grazie ai sentieri tematici e alle visite guidate, ma ha anche creato le premesse per fare del bacino del cratere il granaio della Baviera. Le glaciazioni hanno poi lasciato un terreno fertile. Nel parco geologico di Ries si possono gustare qualità storiche di cereali e altre specialità gastronomiche.
RiesKraterMuseum, 86720 Nördlingen, Eugene-Shoemaker-Platz 1, +49 (0)9081 84 710, aperto mag. — ott. mar — dom dalle 10 alle 16.30 e nov. — apr. mar — dom dalle 10 alle 12 e dalle 13.30 alle 16.30. www.rieskrater-museum.de
Per informazioni si prega di contattare
Via Claudia Augusta Info
www.viaclaudia.org
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0043 664 27 63 555
Domande dettagliate, in particolare sulla città di Donauwörth, possono essere risposte al meglio dal
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https://www.donauwoerth.de/tourismus/
Rathausgasse 1
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Le domande dettagliate sulla regione trovano una risposta migliore nel
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Nel municipio di Asbach-Bäumenheim diverse vetrine documentano il periodo romano nella zona. La via romana, su cui la strada lascia la città, si trova direttamente sul tracciato storico. La strada provinciale DON 28, che conduce alla città di Mertingen, è la strada che sostituì in un secondo momento la Via Claudia Augusta quale collegamento tra il Danubio e Augsburg/Augusta. Il percorso la segue per un lungo tratto, attraversando dei graziosi centri storici. Ai suoi tempi, il traffico non era certo un problema. Mertingen ha un’ attiva associazione museale. Nella "Sölde" al numero 10 della Mardostraße si possono ricevere informazioni sulla cultura abitativa in una tenuta rurale del XVIII e XIX secolo. La "Alte Schule" (vecchia scuola) dietro il municipio, Fuggerstraße 3, espone reperti di epoca romana e preromana, nonché reperti della fondazione della località da parte degli Alamanni e sul suo popolamento. Nella "Stadl" in Hilaria-Lechner-Straße 13 si trova una vasta collezione di attrezzi agricoli, carrozze, ruote e slitte. +49 (0)9078 9600 18,apertura su appuntamento, www.museumsfreunde.mertingen.de. Su di una altura tra Mertingen e Druisheim un pannello tematico fornisce informazioni sulla localizzazione di Submuntorium-Burghöfes e ne spiega la funzione come parte di una serie di fuochi di segnalazione. Dopo una deviazione all'antico monastero benedettino di Holzen, fondato nel XIII secolo e ricostruito alla fine del XVII secolo, si continua attraverso Nordendorf e Westendorf fino a Ostendorf, dove nel muro esterno della chiesa di San Michele è stata murata una pietra di epoca protocristiana. Tra Waltershofen e Markt Meitingen sulla destra sorge un centro commerciale che prende il nome dalla Via Claudia Augusta. Come l’arteria principale che passa attraverso il mercato, si trova anch’esso direttamente sul percorso della strada romana, ricordata presso la Raiffeisenkasse/Cassa rurale da una pietra miliare. Prima di Herbertshofen lungo la strada si trovano un pannello tematico sull’altamente sviluppato sistema di misurazione romano e la replica di una groma, strumento con cui, chi fosse interessato, può provare a misurare il terreno. Sul Lech prima di Langweid c'è una centrale elettrica del 1907 con il Museo bavarese del Lech, Lechwerkstraße 19, 86462 Langweid am Lech, +49 (0)821 328-1658, aperto la prima domenica del mese, dalle 10 alle 18 o su prenotazione.
Qualche anno fa a Langweid gli archeologi hanno scoperto un pezzo della Via Claudia Augusta. A nord della città di Gersthofen, il percorso attraversa due volte il tracciato della Via, che lungo il bordo superiore di un pendio scende verso il Lech e si dirige verso il centro città. In un piccolo parco sorge un santuario con una statua del dio Mercurio. Mercanti e viaggiatori lo pregavano perché il loro viaggio fosse buono. A Gersthofen, il viaggiatore è atteso dal Balloon Museum Gersthofen, che racconta l’evoluzione dei viaggi in mongolfiera. Bahnhofstraße 12, 86368 Gersthofen, +49 (0)821 2491 ext. 506, aperto mer e ven dalle 13 alle 17, gio alle 10 alle 19 h, sab, dom e festivi dalle 10 alle 17, www.ballonmuseum-gersthofen.de.
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Le informazioni più dettagliate sulla regione fino a Mertingen / Druisheim vengono fornite da
Tourismusverband Donau-Ries (Associazione turistica Danubio-Ries)
www.ferienland-donau-ries.de
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0049 906 74 211
Le informazioni più dettagliate sulla regione fino a Allmannshofen / Nordendorf vengono fornite da
Touristinfo der Regio Augsburg Tourismus GmbH
(Informazioni turistiche sulla regione di Augusta)
www.augsburg-tourismus.de
Rathausplatz 1, Augsburg
tourismus@regio-augsburg.de
0049 821 50 207 0
Da Gersthofen a Augsburg/Augusta ci si arriva sull’antica via di collegamento che fino al confine tra le due città si chiama prima Augsburger Straße e quindi Donauwörther Straße. La parte più a nord dell’antica città di provincia romana è Oberhausen, dove i Romani eressero il loro primo accampamento dopo la campagna militare delle Alpi. Si attraversa poi il ponte Wertach, nella zona tra i fiumi Wertach e Lech, dove la città si è sviluppata nel corso dei millenni. Attraverso la Fischertor, che apparteneva all’antico muro di cinta attorno alla città, il percorso porta nella parte più antica di Augsburg. Direttamente sulla strada, al numero 30 della Frauentorstraße, c’è la casa natale di Leopold Mozart, padre di Wolfgang Amadeus. Dopo aver girato attorno al duomo il viaggiatore, andando sempre dritto, arriva infine alla Rathausplatz, la piazza del Municipio, dove inizia la zona a traffico limitato. Poco prima la via piega a destra verso il parcheggio di Ernst-Reuter-Platz.
Il modo migliore di fare il viaggio del tempo è con le guide cittadine al volante di un taxi a 29 euro all’ora, per un massimo di quattro persone. Le attrazioni però sono disposte su di un’area relativamente ristretta, per cui il viaggio nel tempo è possibile anche a piedi. Partendo dal parcheggio la cosa migliore è recarsi per prima cosa alla residenza del principe-vescovo, da dove per lungo tempo vennero retti i destini del territorio circostante, fino al Tirolo. Oggi ha qui sede l’amministrazione distrettuale della Svevia. Da lì, passando attorno al duomo dal giardino dell’Äußeren Pfaffengässchen si possono vedere alcuni scorci archeologici dell’Augusta romana. Dal 2014 in un padiglione rinascimentale si trova il Museo esperienziale dei Fugger e dei Welser, che con le sue installazioni multimediali e interattive illustra l’importanza di Augsburg e dell’influsso economico delle sue famiglie mercantili nell’Europa e nel mondo del XVI secolo. Terminata la visita del duomo, nella piazza meridionale antistante il muro romano si possono vedere delle sculture in pietra. Di fronte, nella Peutingerstraße 11 sorge la casa dell’umanista Peutinger, un mercante che collezionava monete romane e monumenti in pietra e che fu il promotore della ricerca sui Romani ad Augsburg/Augusta. Tra l’altro da lui prende nome anche la prima carta stradale d’Europa, realizzata dai Romani di cui egli volle pubblicare una copia risalente al XII secolo (Tabula Peutingeriana). Nell’androne della casa vennero murati monumenti in pietra romani ed ebraici. Prossima tappa è il municipio che rappresenta uno dei più significativi edifici profani rinascimentali a nord delle Alpi. Con la sua torre Perlach, da cui si ha una meravigliosa vista sulla città, costituisce il simbolo di Augsburg/Augusta. All’interno del Municipio si trova la Sala d’Oro, che costituisce uno dei più importanti monumenti culturali-artistici del tardo Rinascimento in Germania. Sulla piazza antistante veglia – dalla fontana monumentale – il fondatore della città, Augusto. Dal municipio fino alla fontana di Mercurio, posta più avanti verso sud, la Maximilianstraße concide con la strada romana che passava ad ovest della città. Un poco più ad occidente, sulla piazza Fuggerplatz 1, si trova il Maximilianmuseum, il museo di Massimiliano.
È la sede delle collezioni d’arte e dei musei della città e comprende tre sezioni: sculture, artigianato artistico e storia cittadina. Tra le sue punte di diamante ci sono una collezione di sculture tardorinascimentali e lavori di oreficeria dei tempi in cui la città dei Fugger era una delle più importanti metropoli orafe dell’Europa centrale. Ma l’attrazione principale del museo è però il cortile interno con la copertura in vetro. Qui nel Viermetzhof si trovano le figure principali, restaurate, delle fontane monumentali di Augsburg/Augusta: quelle di Augusto, Ercole e Mercurio. Poco oltre, sulla Zeugplatz 4, si può scoprire la Zeughaus (armeria) barocca, un tempo caserma ed arsenale. Naturalmente anche i Fugger avevano il loro palazzo nella Maximilianstraße, per l’esattezza al numero 36.
Il viaggio nel tempo attraverso la storia di Augsburg/Augusta porta alla “Fuggerei”, il quartiere sociale voluto dai Fugger e finisce con il ritorno al parcheggio.
Il percorso costeggia ad est il cuore del centro storico. Oltrepassa un’ulteriore porta dell’antica cinta muraria, la Vogeltor, da cui si accedeva al sobborgo Jakobervorstadt. Nella via Predigerberg vi aspetta una nicchia archeologica. La basilica dei Santi Ulrich e Afra costituisce il termine della Maximilianstraße.
Uscendo dalla città il percorso prosegue diritto sulla Haunstetterstraße, che corrisponde al tracciato della strada romana, in direzione di Königsbrunn. Poco più ad est si trova il giardino botanico cittadino, dove un giardino romano ricorda che i Romani introdussero numerose nuove piante e metodi di coltivazione.
Nel 1367 il tessitore Hans Fugger si trasferì da Graben nel Lechfeld ad Augsburg/Augusta, città libera dell’Impero e si arricchì con il commercio del cotone proveniente dall’Italia. Uno dei suoi figli, Jakob, ed i suoi discendenti ne fecero un impero economico di livello mondiale. Si occuparono di miniere e commerciarono in tutto il mondo allora conosciuto ogni genere possibile di mercanzie, dai metalli alle spezie fino ai tessili e ai medicamenti. E già Hans Fugger utilizzava la Via Claudia Agusta per il commercio del cotone. Essa collegava i Fugger anche con le redditizie zone minerarie nelle Alpi. La famiglia ascese all’alta nobiltà rivestendo elevate cariche laiche ed ecclesiastiche e in tutta Europa il nome Fugger divenne sinonimo di ricchezza. La famiglia prestò denaro perfino a imperatori e papi e con 850.000 fiorini fece eleggere imperatore Carlo V. Ad Augsburg/Augusta sono soprattutto il palazzo di città dei Fugger, Maximilianstraße 36, e la “Fuggerei”, il più antico insediamento di edilizia sociale a testimoniare di questi tempi. Esiste anche una piazza Fugger. Dall’autunno del 2014 il Museo esperienziale dei Fugger e dei Welser permette di toccare con mano l’importanza economica di Augsburg/Augusta e delle sue stirpi mercantili. Rami della famiglia Fugger sono tutt’ora residenti nel castello dei Fugger Babenhausen, a castel Kirchheim e a castel Oberkirchberg. Ancora oggi, la “Fuggerei” offre spazi abitativi per persone bisognose.
Nell’affascinante territorio collinare tra Augsburg/Augusta, Ingolstadt e Monaco di Baviera si trova la culla dell’antica Baviera, la sede originaria della casa reale bavarese dei Wittelsbach, che ha governato per 800 anni. Furono una delle più importanti stirpi dell’alta nobiltà europea, che vanta re anche in Ungheria (1305), Svezia (1441 — 1448 e 1654 — 1720), Danimarca e Norvegia (1440), Grecia (1832 — 1862). Per tre volte furono re nell’Impero romano-germanico (1328/1400/1743), divenendo due volte anche due imperatori. Il loro territorio è considerato una terra di castelli e manieri, in una parte dei quali ancor oggi abitano famiglie nobiliari. Il Wasserschloss a Unterwittelbach è meglio conosciuto come “castello di Sissi” ed è lì la futura imperatrice avrebbe passato molto tempo con il padre Max e con il suo pony per esercizi di equitazione. Il castello dei Wittelsbach Friedberg, che risale essenzialmente al Rinascimento ed ha il cortile interno circondato da un porticato, è assolutamente da vedere ed è la cornice ideale per i famosi concerti al castello.
Da vedere sono anche i saltuari del convento di Maria Birnbaum a Sielenbach, St. Leonhard a Inchenhofen, Herrgottsruh a Friedberg, Maria Kappel a Schmiechen e St. Afra im Felde nonché i centri storici di Aichach e Friedberg. www.wittelsbacherland.de
Per ordine dell’amministrazione regale di Svevia e Neuburg nel 1833 sulla lunga e diritta via che attraversa Königsbrunn e che segue in buona parte il tracciato romano, vennero scavati due pozzi per ristorare persone ed animali.
Tre anni più tardi i primi coloni costruirono le loro case presso i pozzi regali. Nl 1967 Königsbrunn venne elevata al rango di città. Ha molto da offrire, in particolare il Mercateum all’aperto, che è il più grande globo al mondo, basato sulla cartografia storica, dove si può anche entrare. Mostra tra le altre cose un copia della Tabula Peutingeriana, che si basa sulla prima carta stradale d’Europa disegnata dai Romani. Presso il municipio vi aspetta un museo archeologico. Un santuario di Mitra nel cimitero cittadino nella Wertachstraße è sempre accessibile. Il culto di Mitra è originario dell’Asia minore e fu un precursore del cristianesimo. Quando quest’ultimo divenne religione di Stato nel IV secolo, il culto di Mitra venne visto come una concorrenza.
Archäologisches Museum, Markpl. 7, 86343 Königsbrunn, +49 (0)8231 606 260, geöffnet jeden 3. So im Monat 10 — 12 Uhr, Führungen jeweils von 10 — 11 Uhr oder nach Vereinbarung.
Mercateum, Königsallee 1, +49 (0)8231 919 573, geöffnet 1. Mai — 31. Okt. jeden So und Fei 14 — 19 Uhr, Führungen um 14:30. Sonderführungen nach Vereinbarung, www.mercateum.de
Subito dopo l’attraversamento della superstrada si vede a desta e sinistra un sentiero di acciottolato, che si chiama Via Claudia Augusta ed è anche effettivamente il tracciato romano. Tra Königsbrunn e Untermeitingen si trova il più lungo tratto continuo e visibile di una strada romana in Germania (11 km). La Via Claudia Augusta si riconosce particolarmente bene su questa tratta come “Wiesendamm” nel nuovo insediamento settentrionale a Kleinaitingen e nel “Grünanger” a nord della riproduzione di un miliario a Untermeitingen. Nella località di Oberottmarshausen il percorso svolta a sinistra e poi va sempre dritto sulla vecchia strada di collegamento, attraverso gli ampi e pianeggianti campi e appezzamenti nonché attraverso i centri idillici di Kleinaitingen, Graben, Unter- e Obermeitingen, Hurlach e Unterigling. All’altezza di Untermeitingen c’era fino al XIX secolo un guado, che rappresentava l’unico passaggio del Lech in tutto il Lechfeld. Il comune è stato segnato anche dall’impronta dei nobili di Imenhof e nel loro castelletto è situata oggi la biblioteca comunale. Sia castel Hurlach che castel Igling sono proprietà privata. Il Comune di Igling è situato in un antico edificio particolarmente bello.
Il centro storico non si trova direttamente sulla Via Claudia Augusta, bensì sulla Via del sale. Prima che al viaggiatore diretto verso il centro si apra la visuale sul centro storico dietro il Lechwehr, nel parco lungo il fiume la Mutterturm aspetta di essere scoperta. Hubert von Herkomer la fece erigere a ricordo di sua madre nello stile di un mastio normanno. Il rinomato artista visse e lavorò in Inghilterra, ma lasciò i suoi dipinti e le sue grafiche alla sua antica città natale. Si possono vedere nella torre dell’Herkomermuseum, che è anche un insolito esempio di spazio abitativo e di lavoro di un artista del XIX secolo. Vorderer Anger 274, Tel. +49 (0)8191 42 296, orario d’apertura: su accordo telefonico (tranne domenica). Durante la visita alla Mutterturm, una sosta per fotografare il Lechwehr o una visita del centro storico si può lasciare l’auto preso il Lech. C’è inoltre un garage sullo Schlossberg.
Gran parte della piazza principale della città, di impronta medievale, è riservata ai pedoni, come la maggior parte dei graziosi vicoli del centro storico, dove campeggia l’imponente torre Schöne Turm (torre bella), detta anche Schmalzturm (torre dello strutto). Di fronte si trova l’ufficio del turismo, ospitato nella casa sfarzosamente decorata del municipio storico. La facciata porta la firma di Dominikus Zimmermann, il costruttore della Wieskirche, già sindaco di Landsberg. A sinistra dell’ufficio del turismo il visitatore percorrendo la Via del sale arriva al Lech. Nel complesso balneare (Inselbad) dell’azienda municipalizzata si può fare un magnifico bagno nei pressi del Lech. I graziosi vicoletti del centro storico arrivano fino alla torre Sandauer Tor a nord del centro. Sul percorso per raggiungerla si trova il Historisches Schuhmuseum (museo storico della scarpa) con scarpe di otto secoli fa e di molti personaggi illustri. La chiesa parrocchiale barocchizzata a tre navate dell’Ascensione con un notevole sagrato allude all’importanza rivestita dalla città nel passato, di gran lunga più significativa rispetto ad oggi. Dalla Hauptplatz si sale infine sul Lechberg passando per la torre Schmalzturm e percorrendo la “Alte Bergstraße” lastricata, che era un tempo la Via del sale. Sul Lechberg si trovano lo Stadtmuseum (Museo civico) e la Bayertor tardogotica.
Von-Helfenstein-Gasse 426, Tel. +49 (0)8191 128 360, aperto apr-gen., mar — ven dalle 14 alle 17 e sab, dom, festivi dalle 11 alle 17.
Hist. Schuhmuseum, Vorderer Anger 274, +49 (0)8191 42 296, apre su accordo telefonico (tranne dom).
Oltrepassando il ponte e seguendo poi la Via del sale il percorso riporta sulla strada romana.
Le località sul Lech, la città di Landsberg e le località sulla riva occidentale dell’Ammersee sono storicamente sono collegate dalla Via Claudia Augusta e dalla Via del sale. Oggi le connette una vasta rete di ciclabili e sentieri pedonali e l’appartenenza alla regione turistica “Ammersee-Lech”. Qui l’ospite e i residenti si rilassano e si godono quanto di bello il territorio ha da offrire. Il terzo lago per grandezza della Baviera è circondato da dolci colline, prati, torbiere, boschi e località idilliache.
Sull’Ammersee ci sono un’infinità di attività diverse in fatto di sport acquatici: nuotare, navigare a vela, a remi, fare surf o gite in battello a vapore. Qui le barche a motore sono vietate. Tra bagni, abbronzature, giri a piedi o in bici, arriva il momento di mangiare o bere qualcosa e di rinfrescarsi e qui ognuno trova nei locali tipici e nelle accoglienti birrerie all’aperto la buona cucina regionale e la birra appena spillata.
Da Erpfting fino a Ellighofen il percorso si snoda sul tracciato originale della strada romana. Da là si stacca dalla strada romana, per mostrarvi i graziosi paesi della Fuchstal. Al di sopra di Unterdießen troneggia il castello edificato nel 1589, mentre a Oberdießen l’attrazione è il Malura-Museum con dipinti, disegni, acquarelli e collage dell’artista monacense. 86944 Oberdießen, am Mühlweg 2, Tel. +49 (0)8243 3638.
Asch dispone di un’infinità di vecchie case e di un viale die castagni. Gli scavi indicano che la parrocchiale ha avuto origine da una chiesa in legno del IX secolo. La St. Michaelskirche (chiesa di San Michele), su di una altura sopra Denklingen, mostra al suo interno numerosi paralleli con la famosa Wieskirche (chiesa di Wies). Presso Denklingen il percorso ritorna nuovamente sul tracciato originale e conduce a Epfach, situata su di una penisola nell’ansa del Lech. Nella foresta ad ovest di Denklingen si trova un sentiero esperienziale con una piattaforma panoramica su di una torre romana.
Sul monte Lorenzberg, dove oggi troneggia la Lorenzkapelle (cappella di San Lorenzo), si trovava un tempo il castrum romano di Abodiacum. Il piccolo museo romano di Epfach permette di farsene un‘idea. La località si onora di avere come suo cittadino Claudio Paterno Clemenziano che fu governatore del Nordafrica. Museum, Via Claudia 16, 86920 Epfach, +49 (0)8243 9601—0, liberamente accessibile dalle 9 alle 17 sia nella stagione estiva che in inverno.
Da Epfach a Hohenfurch il percorso segue la riva del Lech. Lungo la strada ci si può far tentare da una deviazione a Kinsau, che scende con numerosi terrazzamenti verso il Lech. Hohenfurch si trova direttamente sulla B17, la strada che ha preso oggi il posto della Via Claudia Augusta. Il percorso passa sotto la B17 nel centro del paese. Questo luogo è contrassegnato dallo Schönach, che segue il percorso in direzione di Schwabniederhofen.
Altenstadt non è solo l’insediamento precursore di Schongau, che venne poi spostata altrove, ma è anche il territorio comunale attraverso cui passava la strada romana. La località, orgogliosa di trovarsi sulla Via Claudia Augusta, le ha destinato un’area dedicata, ricostruendo una parte della strada romana. Una sezione trasversale mostra com’era costruita con differenti strati di pietre e ghiaia. In questo luogo si trova anche uno dei più begli edifici sacri sulla Via Claudia Augusta, la basilica voltata romanica.
La vecchia strada da Altenstadt a Schongau porta dapprima in basso verso un avvallamento che apparteneva originariamente al fiume. Migliaia di anni fa l’altura su cui sorge la città era un “Lechumlaufberg”, un monte circondato dall’acqua del fiume Lech. La porta storica d’ingresso alla città era la Maxtor. Il percorso passa attraverso la Münztor, aperta successivamente nelle mura per agevolare il traffico. All’interno della cinta muraria si trovano un garage sotterraneo e un parcheggio. Chi vuole risparmiare i costi del parcheggio e vuole fare una passeggiata passando per il Frauenberg e la Frauentor per osservare le mura di cinta, può parcheggiare ai piedi del Lechumlaufberg.
Un modo particolarmente suggestivo per conoscere la città è partecipare a una delle visite guidate che vengono proposte, tra cui una notturna e una per i bambini. È ovviamente possibile anche esplorare autonomamente il centro storico. Oltrepassando la chiesa conventuale di S. Spirito e il cortile dell'ex monastero carmelitano, il visitatore arriva a un tratto della cinta muraria liberamente accessibile. Passando davanti all'ex tribunale distrettuale, il visitatore transita davanti all'edificio della zecca, presso la torre che da esso prende nome. Una delle porte più belle è la Maxtor, che venne utilizzata anche come porta di accesso al piccolo castel Schongau dei Wittelsbach. Oggi ospita l'ufficio distrettuale. Nel museo civico (Stadtmuseum), accessibile ai disabili (ex chiesa dell'ospedale di Sant'Erasmo), il visitatore può immergersi nella storia della città. Un'attenzione particolare è rivolta alle monete. Oltre a quelle coniate a Schongau, il museo espone anche monete romane. Sia la porta della torre Polizeidienerturm, che la Frauentor, possono essere attraversate solo a piedi. La Ballenhaus gotica era utilizzata un tempo per la movimentazione delle merci sulla Via del sale. La sua posizione al centro della piazza testimonia l'importanza delle vie commerciali per Schongau. La chiesa parrocchiale dell’Assunzione (Maria Himmelfahrt) è l’erede di un precedente edificio romanico e gotico.
Stadtmuseum , Christophstr. 55-57, +49 (0)8861 254—605. aperto mer, sab, dom, festivi dalle 14 alle 17.
Così come la vecchia strada, il percorso lascia il centro storico di Schongau attraversando lo scosceso Lechberg. Sulla destra del fiume, vi aspetta il "Plantsch", con piscine al coperto e all'aperto, nonché una zona sauna. Oltrepassato il "Plantsch" si raggiunge il "Lido" sul Lechsee, situato più in alto rispetto alla diga di sbarramento che forma il lago. Lì la stretta e profonda valle del Lech ricorda molto un fiordo. Presso il ponte sul Lech, dove l’antica strada per Peiting attraversava il fiume, si incontrano delle vecchie locande. Al di sotto del Lech, per i bambini è stato allestito un bosco delle fiabe con uno zoo didattico. Originariamente, la strada passava attraverso la montagna tra Schongau e Peiting, mentre oggi invece vi passa attorno. Il nome Peiting deriva presumibilmente dalla famiglia Peutinger, che vi si stabilì probabilmente già nel VI secolo. La località, sede di mercato, offre negozi e possibilità di ristoro. Il Museum im Klösterle (museo nel conventino) racconta la storia e la vita nella zona. Kapellenstraße 1, +49 (0)8861 6535, aperto ogni mer dalle 14 alle 17, gruppi su prenotazione.
Le prime tracce di insediamento ad est del Lech risalgono addirittura al III secolo. Su di un appezzamento romano, che comprendeva un tempo svariati ettari di terreno, si possono visitare, all’interno di una struttura di protezione, le terme. Per quanto riguarda la villa si trattava di una casa con atrio con un elevato standard abitativo, una rarità in Germania, abitata dalla metà del II fino al IV secolo. Inoltre è stata trovata una targhetta di piombo inscritta, interpretata come un incantesimo d’amore che mette le ali alla fantasia del visitatore. Attorno alla struttura è stato impiantato un orto romano con erbe per la cucina e per le cure.
+49 (0)8861 6535, visita con l’ausilio di tabelle esplicative sempre possibile, visite guidate da concordare.
Sarà difficile trovare una zona con un maggiore numero e una maggiore concentrazione di monasteri e santuari rispetto a Pfaffenwinkel (l’angolo dei preti). Nel XVIII secolo, il parroco del paese, Franz Sales Gailer, coniò questo nome proprio in riferimento alla sua occupazione. Pfaffe (plurale Pfaffen) è una vecchia definizione bavarese per sacerdote. Nel monastero di Wessobrunn è stata ritrovata la “preghiera di Wessobrunn”, una delle più antiche opere poetiche della lingua tedesca. Da questa regione provengono anche i famosi stuccatori della scuola di Wessobrunn. Due dei loro rappresentanti, i fratelli Dominikus e Johannes Baptist Zimmermann, con la loro arte contribuirono alla fama mondiale del santuario del Salvatore flagellato di Wies. L’edificio sacro, chiamato anche "Wieskirche" (chiesa di Wies), è iscritto al patrimonio culturale dell’umanità ed è un’attrazione turistica di prim'ordine. Un tour che collega alcuni degli edifici sacri più interessanti da visitare, inizia e finisce sulla Via Claudia Augusta: la basilica voltata romanica di Altenstadt, la chiesa parrocchiale dell’Assunzione a Schongau, il santuario di Vilgertshofen, il monastero di Wessobrunn, il monastero di Bernried, il monastero di Polling, il santuario di Hohenpeißenberg, il monastero di Rottenbuch, il monastero di Ettal, la Wieskirche e il monastero di Steingaden e la Georgskirche am Auerberg a Bernbeuren.
Da Schongau il percorso si dirige dapprima verso Marktoberdorf, ma devia poco dopo sulla stradina che conduce a Bruggen attraverso colline pittoresche si alternano a boschi e prati. Nella località la strada fa una curva ad “S”, a metà della quale sulla destra si va nella St.-Anna-Straße, posta sotto tutela artistica, con le sue case contadine tipiche della regione. Di fronte, passando per la Schwarzkreuzstraße, si arriva ad un punto con una vista ottimale sulla “Litzauer Schleife”, nell’ansa del fiume Lech.
Posto direttamente sulla strada per Bernbeuren si trova un paradiso naturale, l’Haslacher See, un lago dove si può anche nuotare. All’altezza del primo grande incrocio di Bernbeuren il percorso svolta a destra e poi nuovamente a sinistra a quello successivo. L’Auerbergmuseum (museo dell’Auerberg), che si trova sulla destra, racconta in maniera molto varia la storia dell'insediamento sull'Auerberg. L’altura, posta in un punto strategicamente favorevole, venne colonizzata già dai Celti. In epoca romana esisteva qui un insediamento di artigiani, dove si producevano tra l’altro pezzi per le catapulte. Si presume che si tratti della Damasia descritta da Strabone. Poco dopo il museo, la strada dell’Auerberg piega verso destra. Un sentiero avventura conduce poi fino alla vetta attraverso la gola di Feuerstein. Il tempo di percorrenza dal museo è di circa 2 ore. In cima, la piattaforma della Georgskirche (chiesa di S. Giorgio) offre una fantastica vista panoramica. La locanda Panoramagasthof, con pasticceria propria, vi invita ad una sosta golosa. Auerbergmuseum, Mühlenstraße 9, +49 (0)8860 210, aperto da metà apr. a metà ott. sab dalle 15 alle 17; dom e festivi dalle 14 alle 17 ore e su appuntamento telefonico.
www.auerbergmuseum.de
Dopo Lechbruck am See, dove inizia l‘Algovia, il viaggiatore segue la segnaletica per Füssen. In Baviera il Lech, che scorre del tutto parallelo alla Via Claudia Augusta, veniva utilizzato anche dai Romani. Per onorare la sua grande tradizione nella navigazione su zattere, Lechbruck ha creato un museo che si trova dietro le case poste di fronte all’ufficio informazioni turistiche. Dal 15 giugno al 30 settembre, prenotandosi all’ufficio del turismo, è possibile effettuare viaggi in zattera sul Lech. Flößermuseum (Museo degli zatterieri), Waidach 8, +49 (0)8862 / 987830, aperto apr. — set., gio dalle 17:30 alle 19, dom dalle 16 alle 18 e su prenotazione
Si prosegue attraverso il territorio collinare dell’Algovia in direzione di Füssen e di Rosshaupten. Lungo la strada la cappella di Sameister attira l’attenzione di chi le passa accanto. Di fronte si trova lo Schmutterweiher, un laghetto navigabile. Utilizzando la B16 e prendendo l’uscita corrispondente si raggiunge infine il paese di Rosshaupten. Il Museum im Pfannerhaus è posto direttamente all’incrocio nel centro del paese e ospita anche il centro informativo della Via Claudia Augusta. Dirigendosi verso est, dal museo si arriva ad un parco artistico, dedicato dal Circolo artistico di Rosshaupten alla strada romana. Museum, Hauptstraße 1, +49 (0)8367 364, liberamente accessibile ogni giorno dalle 9 alle 18:00 durante la stagione.
Dopo la chiesa parrocchiale di S. Andrea di Rosshaupten la strada piega a sinistra verso la B16 in direzione di Rieden am Forggensee. Dopo una breve passeggiata, presso il lago Forggensee vi aspetta il luogo di sosta e balneazione “Mansio — mit den Römern rasten” (Mansio – sostare con i Romani). In primavera, quando lo specchio d’acqua si abbassa, affiora la strada romana che giace sul fondo del lago artificiale e vi si può camminare sopra, mentre per il resto dell’anno sono le imbarcazioni a navigare al di sopra della sua traccia. Approdi sul percorso: centrale elettrica di Rosshaupten, Rieden-Tiefental, Rieden-Dietringen, Füssen-Festspielhaus (palazzo del festival) e Füssen, +49 (0)8362 921 363 oder 938 52, 3 volte al giorno.
La Augsburgerstraße, che porta in linea retta nel centro di Füssen, scorre sopra il tracciato romano, così come la sua prosecuzione, la Reichenstraße. A partire dalla Kaiser-Maximilian-Platz, con l’ufficio informazioni turistiche, la strada è oggi zona pedonale dove si può passeggiare piacevolmente o mangiare un boccone. Chi vuole esplorare il centro storico conviene che segua, poco prima del centro, la segnaletica in direzione del parcheggio nella Sparkassenhaus (P5). Proprio lì accanto si trova l’ufficio informazioni turistiche.
Di fronte all'uscita del garage presso l'Hotel Hirsch, un vicoletto conduce nella parte più tranquilla del centro storico. Da lì la passeggiata segue la Drehergasse, il Brotmarkt (mercato del pane) e la Lechhalde fino al ponte sul Lech. Poco prima c'è da vedere la Heilig-Geist-Spitalkirche (chiesa di Santo Spirito) con la facciata in stile rococò. Il monastero benedettino di S. Mang, attorno al quale si è sviluppata la città, è posto direttamente in riva al fiume. La sponda opposta del Lech offre la cosiddetta "vista di Magnus" sul monastero e sul centro storico, una delle più belle vedute di Füssen. Attraversando il cortile interno del monastero di S. Mang, il visitatore può raggiungere il “Museum der Stadt Füssen” (museo civico) e scoprire la storia cittadina e la sua tradizione nel settore della liuteria. A nord del convento, una stradina conduce dalla Magnusplatz, con la chiesa barocca di S. Mang, fino all’Hohes Schloss (castello alto). Già prima di arrivarci il visitatore può godere di splendide vedute dell'antica residenza estiva dei principi vescovi di Augsburg/Augusta. È uno dei castelli meglio conservati della Baviera. Sulla facciata del cortile interno si possono ammirare dipinti illusionistici tardogotici. All'interno, oltre alla galleria succursale delle Bayerische Staatsgemäldesammlungen (collezioni di dipinti dello Stato bavarese) e alla galleria comunale, rimane particolarmente impresso il soffitto gotico della Sala dei Cavalieri. Dall'angolo nordorientale del monastero si raggiunge in pochi passi la fontana cittadina della Reichenstraße. Da qui inizia la zona pedonale che riporta alla Kaiser-Maximilian-Platz.
Museum der Stadt Füssen, Lechhalde 3, +49 (0)8362 903 143, aperto apr. — ott. mar — dom dalle 11 alle 17, nov. — mar. ven — dom dalle 13 alle 16.
Galerien im Hohen Schloss, Magnusplatz 10, +49 (0)8362 940 162, aperto apr. — ott. mar — dom dalle 11 alle 17, nov. — mar. ven — dom dalle 13 alle 16.
All’ingresso della zona pedonale, dove oggi non è più possibile percorrere la Via Claudia Augusta se non a piedi, il percorso conduce a sinistra fuori dalla città e verso il ponte König Ludwig sul fiume Lech. Il fiume costituisce il confine tra Füssen e Schwangau. Proseguendo dritto attraverso il quartiere di Horn si arriva a Schwangau. Al suo ingresso si possono vedere le Königliche Kristall-Therme (terme regali di cristallo). Quasi subito dopo l’ufficio informazioni turistiche si svolta a destra verso i resti delle terme di una villa romana presso il parcheggio della Tegelbergbahn (funivia del Tegelberg), per dirigersi poi verso i castelli dei re della famiglia Wittelsbach, Massimiliano II e Ludovico II di Baviera.
In occasione della costruzione della funivia del Tegelberg vennero scoperti i resti delle terme di una casa rurale romana, che veniva riscaldata attraverso un ingegnoso sistema di combustione. In una struttura di protezione diviene comprensibile la cultura romana dei bagni.
0049 (0)8362 8198-0, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17, visite guidate su richiesta.
Da Hohenschwangau passando per Alterschrofen si ritorna al ponte König Ludwig, prima del quale, sulla sinistra, si distacca la Tiroler Straße, che a sud del centro storico di Füssen porta verso il Tirolo lungo il corso del Lech.
Si può accedere ai castelli di Massimiliano II e Ludovico II da Hohenschwangau, un quartiere di Schwangau.
Castello di Hohenschwangau: le rovine del castello medievale di Schwanstein furono trasformate in stile neogotico nel 1833-1837 dal principe ereditario bavarese Massimiliano, il futuro re Massimiliano II e padre di Ludovico II, divenendo il castello di Hohenschwangau. La famiglia reale bavarese utilizzava il castello principalmente come residenza estiva. Ludovico II e suo fratello minore Ottone trascorsero qui gran parte della loro infanzia e della loro giovinezza. Nello spirito del Romanticismo, gli interni vennero decorati con pitture parietali ispirate ai temi delle leggende medievale. Da vedere anche il parco del lago dei cigni a sud di Hohenschwangau e l'Alpsee. Con un po' di fortuna potreste incontrare i cigni con cui re Ludovico aveva un rapporto speciale.
Castello di Neuschwanstein: al di sopra dell'impetuoso Pöllat, a partire dal 1869 e fino alla sua morte nel 1886, Ludovico II creò un’opera d'arte globale che resiste ancora oggi alla prova del tempo. La posizione mozzafiato e i favolosi interni attirano ogni giorno visitatori da tutto il mondo. Ludovico II fece costruire il castello nello stile di un maniero medievale del XII-XIII secolo. A causa della sua morte prematura non fu tuttavia possibile completarlo. Manca ad esempio il mastio previsto originariamente. All'interno sono stati completati, solamente il piano terra, il terzo e il quarto piano. Gli interni sono decorati con scene tratte dalle leggende medievali tedesche.
Ticket Center Hohenschwangau, Alpseestr. 12, +49 (0)8362 930 830 830, aperto apr.-set. ore 8 - 17 e ott.-mar. dalle 9 alle 15, www.ticket-center-hohenschwangau.de.
Museo dei re bavaresi: Il museo, che si trova direttamente sull'Alpsee, utilizza le più moderne tecniche museali per narrare la storia della famiglia Wittelsbach, in particolare quella di Massimiliano II e Ludovico II e dei loro castelli.
Testo della mappa storica di ...
100 D.C.
La porta nelle Alpi
La strada romana attraversava le Alpi come fossero una porta d’accesso. Poiché spesso il fiume Lech occupava l’intera valle, per raggiungere la conca di Reutte doveva già superare due alture, tra Stiglberg e Kratzer nonché al Kniepass. Il tracciato della strada romana venne ancora utilizzato fino al 1784 e la strada provinciale passa ancor oggi per il Kniepass. Prima della salita verso Ehrenberg la Via Claudia Augusta percorreva il territorio comunale di Breitenwang, dove si suppone una stazione di posta (mansio) ed il primo piccolo insediamento nel fondovalle. Reutte si sviluppò solamente in seguito, lungo la via del sale. Ancor oggi Breitenwang è il centro religioso del distretto.
1504
Reutte fiorisce
Il fiume Lech con il suo esteso terri-to---rio alluvionale caratterizzava il fon-dovalle anche nel 1504, che viveva essenzialmente grazie alla strada del sale posta tra Hall in Tirolo e la zona del lago di Costanza. Nel 1464 era stato costruito un ponte tra Lechaschau e Reutte, che aveva sostituito il guado del fiume Lech presso Höfen. Un magazzino del sale e numerose locande sulla strada fecero diventare Reutte il centro dell’Außerfern tirolese. Nel 1489 ottenne da Sigismondo il Danaroso il diritto di tenere mercati. Al di sopra della valle troneggiava il castel Ehrenberg. Un muro chiudeva la strettoia della valle: qualsiasi traffico doveva passare attraverso le poste della stazione doganale. Presso Pflach esisteva una ferriera. Dal 1327 Vils, che non apparteneva ancora al Tirolo, era una città ed era provvista di una cinta muraria con 2 torri poste a nord e a sud.
1780
intensamente fortificato
Numerose fortificazioni poste nella zona di confine tra Baviera e Tirolo caratterizzavano la regione attorno al 1780. Oltre allo sbarramento di Ehrenberg, cresciuto attorno a due ulteriori fortezze, c’erano numerosi avamposti fortificati. Il comune-mercato di Reutte posto ai suoi piedi contava già circa 1000 abitanti. Numerose nuove strade erano state appena costruite. Quella da Reutte a Kempten attraverso Vils passava così a sud accanto alla città al di fuori delle mura, la strada da Füssen verso Pinswang attorno allo Stiglberg. Il ponte di S. Ulrich venne realizzato solo nel 1914. Poco dopo l’inizio del XX secolo la ferrovia locale bavarese già esistente venne prolungata fino alla linea dell’Außerfern, che conduceva prima fino a Reutte. Allora il fiume attorno a Reutte non era regimentato.
Da Füssen il percorso segue la vecchia strada provinciale oltre il confine tedesco-austriaco. Presso la Weißhaus facendo attenzione si può notare una cava, da dove già al tempo die Romani veniva estratto marmo giallo. Ad esempio, con questo marmo venne realizzato un sarcofago esposto a Kempten. Poiché in alcune strettoie il Lech occupava l’intera valle, nei punti tra Kratzer e Stieglberg, in cui lo spazio è più ridotto, la strada romana segue la cresta montana fino alla trattoria Gutshof zum Schluxen, dove già re Ludovico sostava volentieri. Nel punto più elevato nella roccia si possono scoprire le tracce di carri. Oggi là si snoda il percorso su lunga distanza della Via Claudia Augusta, ma fino alla costruzione di una nuova strada nel 1772-84 l’intero traffico si arrampicava faticosamente sull’altura. Una tavola commemorativa nella parete rocciosa, subito dopo l’accesso alla superstrada, ricorda la realizzazione della nuova strada. Poco più in là il percorso supera l’ Ulrichsbrücke, ponte che fu l’ultima realizzazione della monarchia austroungarica. A Unterpinswang su di una collina troneggia pittoresca la barocca Ulrichskirche, che merita di essere visitata per la volta affrescata che racconta la battaglia del Lechfeld a sud di Augsburg/Augusta. A seguire il Kniepass, che si rese necessario perché il Lech occupava tutta la valle. A Pflach un ponte ferroviario posto sotto tutela ricorda gli inizi della ferrovia dell’Außerfern. La Ulrichskapelle nel quartiere di Hüttenbichl venne edificata nel 1515 ai tempi dell’attività mineraria e di una fucina di ottone.
Dopo Füssen il Lech emerge fragoroso dalle Alpi. Da lì il fiume diventa navigabile con le zattere. Poco più in là il Walderlebniszentrum (centro avventure nel bosco) transfrontaliero permette di vivere nella sua forma originaria l’ambiente boschivo, tra il fiume torrentizio e i ripidi pendii del bosco montano dell’Algovia — con una mostra e con sentieri avventura. Un’attrazione particolare è il Baumkronenweg (percorso tra le chiome degli alberi), lungo 480 m e alto 21 m.
Tiroler Str. 10, Füssen, +43 (0)8362 93875—50, aperto 1° mag. — 31 ott. tutti i giorni dalle 10 alle 17, 1° nov. — 30 apr. mar — gio dalle 10 alle 16 e ven dalle 10 alle 13, due sentieri avventura sono sempre accessibili. www.walderlebniszentrum.eu
L'ultimo fiume torrentizio dell'arco alpino settentrionale può ancora segnare il suo corso con le proprie forze. Nel suo ampio alveo si mette in scena più volte e si rinnova costantemente e i suoi bracci si ramificano e si uniscono. Il fiume trasforma di continuo le pietre provenienti dalle valli laterali in imponenti banchi di ghiaia e ciottoli. La vera costante è il continuo cambiamento. Ampi boschi golenali, limpidi laghi sorgivi e il panorama delle montagne dell’Algovia e delle Lechtaler Alpen fanno del parco naturale uno dei paesaggi alpini più belli e primordiali. Le piane alluvionali del fiume sono la "giungla" dell'Europa centrale. Nel parco naturale crescono 1116 piante, ovvero un terzo di tutte le piante autoctone del Tirolo. Di queste, un terzo ovvero 392 specie sono classificate come specie di grande valore o in pericolo di estinzione. La nuova mostra naturalistica "L'ultimo selvaggio" presso i castelli di Ehrenberg permette di vivere con tutti i sensi il parco naturale e le sue particolarità in nove isole tematiche.
Klause 1, +43 (0)5672 62007 aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00. Chiuso da metà novembre al 25.12 incluso.
www.naturpark-tiroler-lech.at
Dalla torre in legno alta 18 m posta nella Lechauen, la piana alluvionale del fiume, si ha una splendida vista dall’alto sul suo habitat naturale. Tabelle informative spiegano quello che il visitatore può vedere. Dalla torre inizia anche un percorso di bird watching attorno a dell’acqua stagnante. Nel bosco golenale e sulla vicina riva del Lech si possono osservare da vicino la fauna e la flora.
Auskunft erteilt die
Via Claudia Augusta Info
www.viaclaudia.org
info@viaclaudia.org
0043 664 27 63 555
Detailfragen zur Region beantwortet am Besten die
Touristinfo der Naturparkregion Reutte
www.reutte.com
Untermarkt 34, 6600 Reutte
info@reutte.com
0043 5672 62 336 40
Si prosegue verso Breitenwang su di una stradina secondaria, sotto cui oggi giace sepolta la strada romana. Sotto la chiesa parrocchiale del decanato si trova probabilmente una stazione stradale romana. Poi il percorso attraversa il comune di Reutte passando per l’Untermarkt e l’Obermarkt (mercato di sotto e di sopra). La strada che attraversa il centro corrisponde, a partire dalla rotonda, alla Via del sale che si snoda tra Hall in Tirol e la zona del Lago di Costanza. Dopo un breve tragitto sulla strada nazionale del Fernpass il percorso passa attraverso la stazione doganale della "Ehrenberger Klause".
Nel 1278 veniva scritto "Ruhi prope Breitwanch" (Reutte presso Breitenwang), il che dimostra che a quel tempo questa località era ancora più importante dell'attuale capoluogo distrettuale Reutte. Breitenwang è probabilmente il più antico insediamento dell’Außerfern tirolese e ancora oggi ne è il centro spirituale. Il fatto che la chiesa parrocchiale del decanato fosse consacrata in precedenza a san Pietro indica radici tardo-romane. Si presume inoltre che la stazione di sosta romana fosse situata nell'area della chiesa. Nella cappella funeraria della chiesa parrocchiale, ora consacrata ai santi Pietro e Paolo, si trova una famosa danza macabra in stucco di Thomas Seitz. Aperta tutti i giorni dalle 8 alle 17.
Reutte, su cui forte è l’impronta lasciata dalla Via del sale, inizia dall'Untermarkt - con la “Salzstadel” (deposito del sale) e il tipico “Museum im Grünen Haus” (museo nella casa verde), in un edificio dipinto sul lato destro del vicoletto. Vecchie locande, case di borghesi e di artigiani si affacciano anche sull'adiacente Obermarkt. La casa in cui oggi si trova l'amministrazione distrettuale è l'ex granaio. La fontana della Via Claudia Augusta sulla Isserplatz sottolinea l’importanza che riveste attualmente la strada romana per il comune.
Museum im Grünen Haus, 6600 Reutte, Untermarkt 25, +43 (0)5672 72 304. apertura mar - sab dalle 13 alle 17 e su appuntamento, www.museum-reutte.at
Le quattro fortezze del complesso fortificato di Ehrenberg e le mura che si trovano tra di esse rinserravano un tempo senza soluzione di continuità la valle. Ogni viaggiatore doveva passare attraverso il portone della chiusa, al di sopra della quale troneggia la fortezza di Ehrenberg. Il forte Claudia sulla altura ad est e la fortezza barocca di Schlosskopf completano l'insieme. Oggi la chiusa ospita la mostra “Dem Ritter auf der Spur” (sulle tracce del cavaliere). La mostra del Parco naturale "Der letzte Wilde" (l’ultimo selvaggio) si trova proprio accanto, in un nuovo edificio. Le rovine della fortezza disposta più in alto, lo Schlosskopf, è oggi un cantiere demo di una fortezza barocca e offre una magnifica vista sulla valle del Lech. Dalla fortezza di Ehrenberg e da un'opera a corno (un tipo di struttura difensiva), raggiungibile anche con un ascensore inclinato accessibile ai disabili, si raggiunge il Forte Claudia attraverso uno dei ponti pedonali sospesi più lunghi al mondo, l'Highline 179.
Le quattro parti che compongono la fortezza, lo Schlosskopf, la rovina del castello di Ehrenberg, la chiusa di Ehrenberg e il forte Claudia documentano complessivamente quattro secoli di storia edilizia della fortezza e costituivano un tempo uno sbarramento continuo della valle. Oggi permettono di avvicinarsi alla vita e alla cultura del Medioevo in maniera viva e tangibile. Nella mostra „Dem Ritter auf der Spur“ (sulle tracce del cavaliere) ospitata nella chiusa, il visitatore viaggia nel tempo assieme a Heinrich e Maria. Una sala è dedicata anche alla Via Claudia Augusta. Per i bambini c'è una visita speciale del museo del cavaliere Rüdiger. Nell'arena vi aspetta lo spettacolo multimediale “Ehrenberg Historical”. Nell'area esterna è stato ricostruito il Salzstadel (deposito del sale) di Lermoos e c'è anche un parco giochi medievale. L'arena può essere presa in affitto per ospitare feste ed eventi, anche con cibi e allestimenti storici, e lo stesso vale per la cantina di Ehrenberg, il Salzstadel o la Bretterkapelle. Nel punto più alto, lo "Schlosskopf", vi aspetta un cantiere demo di una fortezza barocca e una delle più belle viste sulla conca di Reutte e sul fiume Lech. Attraverso una tangenziale, in futuro il complesso dei castelli sarà integrato anche nel percorso del Lech, dalla sorgente fino alla cascata. La mostra naturalistica “Der letzte Wilde”(l'ultimo selvaggio) è stata inaugurata qui nel 2014. I visitatori possono pernottare nella locanda di campagna Klause o nella vecchia caserma. L'ultimo fine settimana di luglio, Ehrenberg, invita i visitatori a compiere un viaggio nel tempo, dai Celti ai Romani fino al Medioevo, assieme a diverse centinaia di figuranti. +43 (0) 5672 620 07, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17.
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Testi delle cartine storiche di ...
400 dopo Cristo
Strade magistralmente realizzate
L’obiettivo dei costruttori romani di strade era quello di realizzare il collegamento più rapido possibile dall’Adriatico o dal Po ffiifino al Limes. Nello stesso Tirolo la Via Claudia Augusta conta perciò solamente 4 tornanti. Ciononostante la prima strada trans-europea ha una pendenza relativamente costante anche nei complessi attraversamenti dei passi. Un’opera magistrale è anche la porzione di strada che supera la zona paludosa di “Moos” su migliaia di tronchi d’albero, posta tra Lermoos, Ehrwald e Biberwier, nelle cui vicinanze si trovavano due insediamenti, quello di Ehrwald, che esisteva già prima dei Romani e continuò ad esserci anche in epoca romana, ed uno fondato dai Romani stessi, attorno alla stazione di sosta di Biberwier, immediatamente prima del Fernpass.
1599
Vivere della strada
Se la strada romana viveva del primo mercato interno europeo, senza alcuna dogana o pedaggio, l’epoca della “via del sale” è segnata dal Rodfuhrwesen, il sistema di diritti sui trasporti. I conffiifinanti avevano il privilegio esclusivo sul trasporto di determinate merci (come il sale) da un luogo a quello successivo. La popolazione lungo la strada traeva proffiifitto sia da un sistema che dall’altro. Cosa di cui le genti dello “Zwischentoren“, la zona posta tra le porte di Ehrenberg e di Fernstein, presero presumibilmente piena coscienza solo quando il passo dell‘Arlberg divenne nuovamente transitabile. Il traffico venne spostato altrove ed essi caddero nella povertà più nera. Molti abitanti dell’Außerfern dovettero andare a lavorare come manovali nelle regioni settentrionali, dopo essersi trovati per prendere congedo nell’unica chiesa corporativa austriaca a Bichlbach. Anche i bambini partivano per lavorare come servi stagionali in Svevia, venendo perciò detti “Schwabenkinder”.
1926
Nuovi collegamenti
Nella seconda metà del XIX secolo cominciò una nuova ondata di accessibilità dello “Zwischentoren”, la zona tra le due porte di Ehrenberg e Fernstein, attraverso cui passava fiffiino al 1856 la strada del Fernpass. In seguito venne costruita l’attuale strada. Nel 1913 venne prolungata la ferrovia dell‘Außerfern, che in precedenza terminava a Reutte. Come alternativa al tracciato realizzato che passando per Garmisch proseguiva verso Innsbruck, si discusse anche di un collegamento attraverso Gaistal, Leutasch e Seefeld. C’erano inoltre progetti per un collegamento ferroviario per Imst, con un tunnel sommitale del Fernpass, come si prevede oggi per le auto. La “ferrovia dello Zugspitze” tirolese fu una delle prime ferrovie di montagna e promosse il turismo in questa regione.
Così come il tracciato romano e la Via del sale il percorso passa attraverso la porta della chiusa di Ehrenberg. Per vari secoli era stata l’unica possibilità per superare lo sbarramento che chiudeva la valle e qui i trasportatori dovevano pagare la dogana.
Attraverso la nuova circonvallazione Ehrenberg e Heiterwang vengono bypassate dai viaggiatori frettolosi. E questo nuovo percorso non è il primo spostamento subito dalla strada. La strada romana passava dritta attraverso il territorio comunale, la Via del sale, faceva una lunga curva attraverso il centro del paese e la vecchia strada federale, in uso fino a pochi anni fa, passava di nuovo diritta. Il viaggiatore riesce ad osservare al meglio la località percorrendo sulla destra il lungo arco formato dalla vecchia strada che attraversa il centro storico, su cui sono allineate molte case antiche. Davanti alla chiesa parrocchiale Maria Himmelfahrt (dell’Assunzione), con elementi gotici riconoscibili, ci si può far tentare da una deviazione verso il lago Heiterwanger See. Bichlbach, all'ingresso dell’altipiano di di Berwang e Namlos, un tempo era il centro della corporazione dell’Außerfern. Ne sono una testimonianza l'unica chiesa corporativa austriaca e il Zunftmuseum (museo corporativo) di Bichlbach. Vale la pena di fare una deviazione dalla strada principale anche verso i tranquilli paesini di Wengle e Lähn. Lähn deve il suo nome alla caduta di una slavina, in seguito alla quale è stato ricostruito altrove. Il nome del luogo significa infatti "slavina" in tirolese.
Gli abitanti dell’Außerferner, riuniti nella confraternita di San Giuseppe a Bichlbach, erano noti come abili artigiani edili, trasferitisi in gran numero in luoghi lontani dopo che la vecchia strada aveva perso d’importanza. In precedenza si riunivano regolarmente nella chiesa corporativa di San Giuseppe, dove si possono ammirare esempi della loro maestria artigianale. Il Zunftmuseum (museo corporativo) di Bichlbach nell'antica Mesnerhaus, la casa del sagrestano vicino alla chiesa parrocchiale, è dedicato al sistema delle corporazioni e agli apprezzati falegnami, muratori, pittori e scultori dell’Außerfern. La casa è stata ristrutturata da volontari in molte ore di lavoro ed è oggi anche un punto di incontro culturale, che accanto al museo ospita la biblioteca e l’ufficio informazioni turistiche. Wahl 31a, Bichlbach, +43 (0)5674 5205, aperto lun – ven dalle 8 alle 12 e ogni mar dalle 19.30 alle 22. www.zunftmuseum.at
Heiterwang deve ai molti pesci del suo lago la sua prima menzione nel 1288. Anche l’imperatore Massimiliano I amava pescare e cacciare da queste parti. Il lago Heiterwanger See, che originariamente era situato 68 cm più in alto, è collegato oggi con il Plansee grazie ad un canale. Quest’ultimo lago è situato nei territori comunali di Reutte e Breitenwang. Entrambi i laghi hanno l’acqua di un’eccellente qualità, apprezzata non solo dai pesci. I laghi, profondi 60-77 metri, sono molto amati anche dai sub per via della loro grande trasparenza. Grazie a una delle linee di navigazione commerciale poste a maggior altitudine in Austria, si possono scoprire anche per via d’acqua.
Fischer am See 1, 6611 Heiterwang, +43 (0)5674 5116, Orario di partenza: 10.10, 11.00, 13.10, 14.00, 15.10, 16.00. www.fischeramsee.at
Attraversando il Lermooser Tunnel, la strada nazionale del Fernpass oltrepassa oggi le località poste lungo il percorso verso l’omonimo passo.
All’altezza dell’uscita per Lermoos, il percorso abbandona la strada nazionale per proseguire, come faceva la strada romana, attraverso l’arena naturale. Per mostrare ai viaggiatori tutte le principali località turistiche, non conduce però direttamente da Lermoos a Biberwier come faceva il collegamento storico, bensì si snoda attraverso la zona umida di Moos passando per Lermoos, Ehrwald e Biberwier.
Già da secoli la strada conferiva importanza economica al più importante comune turistico dell‘Außerfern, considerato una delle più antiche località del distretto. Già nel 1020 emerge per la prima volta la denominazione “Larinmoos”, che significa qualcosa come “palude dei larici”. Ai tempi della Via del sale al di sopra della chiesa parrocchiale di S. Caterina (Pfarrkirche Hl. Katharina) sorgeva un magazzino di interscambio, in cui venivano scaricate le merci per essere poi caricate sui carri dei carrettieri locali. Al di sotto della chiesa, all’ingresso del “Moos” (zona paludosa/acquitrino) un pannello segnaletico trasparente permette di rivivere nel paesaggio la strada di tronchi romana. Chi la vuole localizzare, non deve far altro che attraversare a salti la zona acquitrinosa, dove il terreno è cedevole. Dove giace sepolta la strada, è invece solido.
Numerose tombe di epoca romana testimoniano la precoce colonizzazione. Ai tempi della Via del sale molti degli abitanti di Ehrwald vivevano della produzione di doghe per la realizzazione dei barili in cui veniva trasportato il sale di Hall. Nel XIX secolo nei maggiori comuni della regione era diffusa l’industria locale che produceva pettini, pipe e accessori. Un nuovo periodo di fioritura economica ebbe inizio con la funivia della Zugspitze tirolese (Tiroler Zugspitzbahn). Una particolarità di Ehrwald è il sagrato della chiesa, particolarmente ampio. Ehrwald ha inoltre fama di essere un paese di artisti. Ludwig Ganghofer, il direttore d‘orchestra Clemens Krauss, sua moglie, la cantante d‘opera Viorica Ursuleac ed il pittore Rudolf Schramm-Zittau sono vissuti per qualche tempo in questo comune. I loro monumenti funebri si trovano nel cimitero locale, come pure quello dello storico e ministro dell’istruzione Heinrich v. Srbik. Nel camposanto ci sono anche numerose delle raffinate croci tombali realizzate dal fabbro ed artista Franz Guem, noto in tutto il Tirolo.
Sul prato a nordest della località si trovava l’ultima stazione di sosta romana prima del Fernpass. Le tracce di carri nella roccia, sotto la prima curva in direzione di Lermoos, risalgono ad un’epoca successiva. Poiché il mantenimento della strada di tronchi non era più possibile, in seguito la Via del sale si snodava lungo il pendio con un andamento curvilineo. La più piccola delle tre località nella conca era anche quella più importante dal punto di vista dell’attività mineraria nell’Außerfern. Sulla Silberleithe sopra Biberwier veniva estratta la tetraedrite, che serviva per ricavare l’argento dalla roccia a Schwaz. La miniera è stata in attività fino 1921.
Nella Tiroler Zugspitz Arena la Via Claudia Augusta passa ai piedi della montagna più alta della Germania. Da quella grande altezza si gode una meravigliosa vista a 360 gradi sia sulle montagne circostanti che sul territorio attraversato dalla strada romana nella zona delle Prealpi bavaresi, sul tracciato storico che attraversa la conca al di sotto dell’imponente montagna e sul Fernpass. Con la funivia Tiroler Zugspitzbahn, che negli anni Trenta rappresentò una pietra miliare nello sviluppo della zona come regione turistica ed una nuova prospettiva economica, si sale in pochi minuti sulla montagna, con la sua piattaforma panoramica e l’offerta gastronomica sui versanti tedesco ed austriaco. Il museo “Faszination Zugspitz” racconta tra le altre cose la storia della costruzione della funivia.
Stazione a valle della funivia Tiroler Zugspitzbahn, Obermoos 1, 6632 Ehrwald, +43 (0)5673 2309, In attività dal 24 mag. al 2 nov, dalle 8.40 alle 16.40, www.zugspitze.at
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Testo della mappa storica di ...
100 D.C.
Antica zona d‘insediamento
Nel 763 compare nelle fonti scritte “Oppidum Humiste”. Oppidum è un insediamento fortifificato preromano. Il fatto che venga menzionato dopo l’età romana fa riferimento ad un popolamento continuativo a partire dall’epoca preromana, che si potrebbe collocare sul “Bergl”, l’altura al di sopra del centro cittadino di Imst. Anche Dormitz presso Nassereith ci sono testimonianze di un popolamento protostorico. Qui e là i Romani costruirono stazioni lungo la Via Claudia Augusta. Attorno ad esse si svilupparono degli insediamenti. Ad Imst, che era il luogo abitato più importante tra Füssen e Merano, si presume che fosse parallelo al popolamento preromano. Un popolamento protostorico e romano è presente inoltre anche sul lato esposto al sole del Tschirgant, a Karrösten e Karres.
1550
Roccaforte dell’attività mineraria
La regione lungo la Via Claudia Augusta tra il Biberwier e la valle dell’Inn fu da molti punti di vista una roccaforte dell’attività mineraria. Nei monti del Mieming ad est, nelle Alpi della Lechtal a nord e sui pendii del Tschirgant a sud si trovavano importanti regioni minerarie storiche. Soprattutto nella parete rocciosa del “Wannig”, davanti a cui giace Nasserreith, si trovano, osservandola da vicino, numerosi orifizi. Venivano estratti soprattutto piombo sotto forma di tetraedrite per la miniera d’argento di Schwaz e zinco. In più Imst, oltre ad essere sede di mercato e nodo stradale, era sede del tribunale minerario, la cui sfera d’azione si estendeva fino l’Ausserfern e verso il Vorarlberg.
1901
Città a lungo negata
Già da millenni Imst è il più importante insediamento tra Füssen e Merano ed un importante nodo stradale. Dal tardo medioevo è sede di mercato e dal XV al XVII secolo aveva sede un tribunale minerario, il cui raggio d’azione giungeva ffiino all’Außerfern e verso il Vorarlberg. Se gli infflluenti signori di Starkenberg non fossero stati contrari, perché Imst sarebbe quindi stata direttamente soggetta al principe territoriale, la metropoli della Gurgltal sarebbe divenuta già 700 anni fa una città cinta da mura. Dopo un incendio nel 1822, di cui furono vittime 206 delle 220 case, Imst fu ricostruita e nel 1898 venne finalmente elevata al rango di città. Imst è inoltre nota anche per i suoi avicoltori e i suoi mercanti.
Seguendo la vecchia strada provinciale, parallela al tracciato romano, il percorso porta al lago Weißensee. Di là segue la strada nazionale del Fernpass, mentre la strada romana arriva in linea retta all’antico valico del Fernpass, situato ad una quota più elevata. In epoca romana la maggior parte delle persone viaggiava a piedi e per tale motivo il dislivello non era un problema. Quello che contava era la via più breve. Il tracciato romano conta nell’intero Tirolo solamente quattro tornanti. Dal 1540 al 1543 il “Custode di Ehrenberg” fece costruire una nuova strada, che incrocia la strada nazionale all’altezza del valico attuale. Dei tabelloni forniscono informazioni sull’incantevole natura. Scendendo dal valico, a metà strada, alla sinistra di un tornante si può vedere un sentiero che corrisponde alla via romana. L’antico valico del Fernpass si trova in alto, al di sopra del tornante.
Intorno al Fernpass si trovano in totale sette laghi, che non colpiscono solamente per il loro colore. Il Blindsee è un lago alpino balneabile molto apprezzato. Una stradina che si stacca dalla strada nazionale poco prima del tornante del Blindsee, porta ad un parcheggio a pagamento non lontano dalle rive del lago. Se la sbarra all’inizio della strada è chiusa, significa che non ci sono più posti liberi. Un’alternativa è parcheggiare presso il Weißensee e fare una breve camminata fino al lago. I conoscitori si godono il Fernsteinsee con una gita in barca o con una passeggiata attorno al lago.
Presso il valico chi fosse interessato può fare una passeggiata sulla stradina acciottolata della prima Età moderna che oggi corrisponde alla ciclabile e al percorso escursionistico Via Claudia Augusta fino alla nicchia di Afrigal, che si ritiene sia stata originata da una frana rocciosa. Qui si trova il maggior numero di pini uncinati delle Alpi orientali. Dei tabelloni ne spiegano le particolarità.
Presso il lago Fernsteinsee si trova il complesso formato da castel Fernstein, dall’hotel-ristorante, dalla Rasthaus, dalla cappella e dalla piccola tenuta agricola del castello. È possibile fare una passeggiata tutt’intorno al Fernsteinsee Grazie ad un ponte sulla riva sudorientale si può raggiungere un’isola con i resti di un castello di campagna nascosti nel bosco. Il duca Sigismondo il Danaroso l’aveva fatto costruire per sua moglie Eleonora, figlia del re di Scozia.
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L‘ampio centro del paese attorno alla chiesa parrocchiale in stile nazareno e la considerevole Postplatz (piazza della Posta) testimoniano i tempi d’oro del comune minerario di Nassereith al crocevia delle strade che si dirigevano a Innsbruck, Imst e al Fernpass. Come numerose località, Nassereith si sviluppò lungo la tratta che aveva preso il posto della strada romana. Il percorso prende l’antica via che sale al passo dell’Holzleite in direzione di Innsbruck, ridiscende nuovamente la Holzleite sulla nuova strada e svolta a mezza altezza verso Dormitz, luogo del santuario di S. Nicolò. Qui si presume ci fosse una stazione di sosta romana. Proseguendo per Imst il percorso attraversa Tarrenz con le sue numerose vecchie locande, non più in funzione o ancora attive. Accanto alle possibilità di guadagno offerte dalla strada e dall’industria mineraria, Tarrenz era un tempo luogo di fabbricazione di chiodi. Protagoniste del “Carnevale di Tarrenz“ sono le streghe.
Nella Fasnachtshaus (casa del Carnevale) sono un filmato e i manichini a grandezza naturale nei costumi della famosa “Schellerlaufen” (corsa dei campanacci) a suscitare grande entusiasmo. Qui si possono vedere anche tutte le maschere, Poiché il museo è anche sede associativa. Sachsengasse 81a, +43 (0)680 3131184, www.fasnacht-nassereith.at.
Il Knappenwelt (mondo dei minatori) è un vero e proprio villaggio, che viene fatto rivivere dalla popolazione sotto la guida di esperti. Si compone di edifici ricostruiti, di apparecchiature per l’estrazione di minerali e di una galleria di miniera. C’è perfino un dormitorio dei minatori, in cui i viaggiatori possono pernottare. In zona si trova inoltre la mostra sulla “Heilerin vom Gurgltal” (la guaritrice della valle Gurgltal), che venne bruciata come strega. Tschirgant 1, +43 (0)5412 63023, aperto 1° mag. – 31 ott. mar — dom dalle 10 alle 17 o su appuntamento.
Dove un tempo risiedevano i signori di Starkenberg, da oltre 200 anni viene prodotta una delle migliori birre del Tirolo. Le sale del castello, che conta più di 700 anni ospitano lo “Starkenberger BierMythos”, che comprende anche piscine riempite di birra.
Griesegg 1, +43 (0)5412 66 201—0, www.starkenberg.at
Probabilmente già i Romani scavarono alla ricerca di minerali lungo la Via Claudia Augusta. Più tardi la zona tra il Fernpass ed Imst divenne una roccaforte dell’industria mineraria. Per riuscire a raggiungere i tesori nella ripida parete montuosa dietro Nassereith, i minatori si arrampicavano fino alle aperture, che i visitatori attenti possono riconoscere ancor oggi, grazie ad un esteso sistema di salite e di scale. Oltre alle palestre di roccia e alle ferrate su questa parete, lungo la strada romana ci sono numerosi altri paradisi dell’arrampicata. Che si tratti di arrampicata su massi, arrampicate sportive, tour alpini su vie a più tiri oppure palestre di roccia e ferrate adatte alle famiglie: la durata va da un paio d’ore, tanto per passare il tempo, fino ai tour di più giorni nelle Alpi. Si va dalle bizzarre formazioni di ghiaccio e dalle cascate in inverno fino alle palestre di roccia in posizioni idilliache e alle rocce su cui arrampicarsi in estate. La maggior parte dei percorsi sono perfettamente sicuri. Gli inesperti si possono affidare a guide esperte di arrampicata appositamente formate. Per le giornate di maltempo ci sono numerose palestre di roccia al coperto nonché programmi alternativi per fare un pieno di esperienze emozionanti. Potete trovare tutti i temi ricorrenti e le informazioni su accesso, messa in sicurezza, ecc. all’indirizzo
www.climbers-paradise.com
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Tra Tarrenz e Imst il tracciato della via romana rimane leggermente al di sopra della strada. Nell'area urbana lascia il pendio e si dirige in linea retta verso la chiesa parrocchiale. Poi prosegue attraversando la città più o meno al di sotto della vecchia strada principale, che è seguita anche dal percorso. Poiché nel centro città non ci sono praticamente posti per parcheggiare, se si desidera fare una passeggiata, si consiglia di lasciare l'auto nel grande parcheggio
Passeggiando per la città, già dopo pochi metri si vedono le prime fontane. La loro varietà è una peculiarità della città, tanto che è stata predisposta una guida alle fontane. La chiesa parrocchiale dell’Assuzione (Maria Himmelfahrt) ha il campanile più alto del Tirolo, ben 84,5 metri. A partire dal vasto cimitero, si fa notare l'architettura tardogotica, a cui si è ricorsi in occasione del restauro neogotico della chiesa esterna nel 1909 e nel 1912. Sulla parete esterna sono visibili affreschi gotici, tra cui una scena del 1478 legata all’attività mineraria, che ricorda l’età d’oro in cui Imst fu sede dell'autorità mineraria. La prima pietra della chiesa fu posta nel 1462. In seguito i minatori aiutarono a costruire l’edificio attuale. All'interno la chiesa è stata adattata allo stile barocco. Attraverso il cimitero si raggiunge la casa del sacrestano, che oggi è la “Haus der Fasnacht” (casa del carnevale). La passeggiata mostra alcuni dei vecchi vicoli della città alta di Imst, tra cui la Vogelhändlergasse, che ricorda i famosi commercianti di uccelli di Imst. Nel grande incendio di Imst (1822) andarono distrutte quasi tutte le 220 case esistenti all’epoca, se ne salvarono solo 14. Sulla strada per il Bergl (montagnola) si trova la Pestkapelle (cappella della peste) e non lontano si incontra la chiesa di San Lorenzo. Durante il restauro sono venuti alla luce i resti di una chiesa absidata di epoca tardo-romana. Da Bergl si ha una splendida vista sul centro della città e sul tracciato della strada romana, che dalla chiesa parrocchiale porta direttamente ai piedi della collina. Da lì coincide praticamente con la Kramergasse. Scendendo dal Bergl - lungo la Via crucis - si raggiunge la chiesa di San Giovanni. La fontana dell'Angelo Custode, accanto a questa chiesa, segna l'ingresso alla gola Rosengartenschlucht. Il sentiero conduce attraverso numerose salite, ponti e passerelle fino alla "Grotta Azzurra". Se il tempo non consente di visitarla, si continua la passeggiata per la città seguendo la Kramergasse. L'Hotel Post all’interno di castel Sprengenstein, la Ballhaus e la piazza principale sono la prova che in epoche successive la strada passava un po' più a sud, attraverso la città bassa. Di fronte al Postgasthof si vedono ancor oggi le scuderie per il cambio dei cavalli, trasformate in seguito in garage. La Ballhaus era, come suggerisce il nome, il magazzino in cui, a partire dal tardo Medioevo, le merci trasportate lungo la vecchia strada venivano legate, immagazzinate e ricaricate appunto in “balle”. Oggi ospita il Museum im Ballhaus (museo nella Ballhaus), che documenta la storia e le specificità culturali della città.
Ballgasse 1, +43 (0)5412 6980 – 0, aperto mar, gio, ven dalle 14 alle 18 e sab dalle 9 alle 12, eccettuati festivi, www.kultur-imst.at
Qui si riuniscono regolarmente i “Fasnachtler”, che ogni quattro anni organizzano la grande "Schemenlaufen" (corsa dei campanacci). Due anni prima di ogni corsa, i giovani, festeggiano la "Buabe-Fasnacht". Sono ammessi solo i cittadini di Imst di sesso maschile. Alle donne di Imst tocca il compito di cucire i vestiti. La danza segue regole precise, alcune delle quali in vigore da secoli. Con il loro magico spettacolo, le famose sfilate carnevalesche incantano gli spettatori attirandoli qui da vicino e da lontano. Ben pochi riescono a sottrarsi all’aurea mitica emanata da questo spettacolo secolare. Nel 2010 l'UNESCO ha persino dichiarato lo “Schemenlaufen” di Imst patrimonio culturale immateriale. In un grandioso insieme di centinaia di maschere, i gruppi partecipanti celebrano il trionfo della primavera sull'inverno. Le figure centrali dello “Schemenlaufen” di Imst sono i “Roller” e gli “Scheller”: il giovane Roller danza mentre lo Scheller con i suoi baffi imponenti effettua la sua "passerella". Le maschere addette all’ordine, Sackner, Spritzer e Kübelemajen (guai a chi si mette sulla loro strada!) fanno strada alle due maschere principali attraverso la folla. Al corteo delle due figure principali dello Schemenlaufen fa seguito una moltitudine di altri personaggi. Il giorno dopo la corsa, il "Fasnachtsmontag" (lunedì di Carnevale), tutti i partecipanti attraversano nuovamente la città. In costume, ma senza maschere. Così, la nobile sfilata del giorno precedente continua, ma in modo un po' più sfrenato. La Haus der Fasnacht è al tempo stesso sede associativa, archivio dei costumi e delle maschere e ospita anche una mostra. Le numerose maschere e un filmato molto suggestivo permettono di accostarsi alla grande tradizione carnevalesca anche al di fuori del periodo di Carnevale. 6460 Imst, Streleweg 6, +43 (0)5412 6910-0, aperto tutti i venerdì dalle 16 alle 19 e su appuntamento, www.fasnacht.at.
Subito dopo la storica Kramergasse si svolta a destra, in direzione di Hoch-Imst. Là vi aspetta l‘Alpine Coaster, la più lunga pista al mondo di fun bob, ovvero ottovolante alpino. Imster Bergbahnen, Hoch-Imst 19, +43 (0)5412 66322, www.imster-bergbahnen.at.
Il proseguimento del tracciato storico romano è in larga misura identico alla strada nazionale in direzione di Landeck. In posizione più elevata c’è l’insediamento di Sonnberg, dove si trova il primo SOS villaggio dei bambini del mondo. L’idea di Hermann Gmeiners di regalare ai bambini una nuova casa ha fatto il giro del mondo. Oggi ci sono SOS villaggi dei bambini in ben 130 Paesi del mondo. Sonnberg, 6460 Imst, +43 (0)5412 66234—0, www.sos-kinderdorf.at
Se la regione turistica di Imst possiede qualcosa quasi in sovrabbondanza, quel qualcosa è l’acqua e politici lungimiranti hanno capito come rendere le sorgenti utilizzabili. A Imst ci sono numerose fontane artistiche e la maggior parte di esse esiste da tempi immemorabili. La maggior parte delle famiglie prelevava l'acqua, preziosa e utile per cucinare e lavarsi, dalla fontana vicina. Lì si lavavano i grandi teli della biancheria, mentre le patate venivano pulite nelle vasche piccole. Le mucche venivano abbeverate in grandi bacini e nel frattempo ci si scambiavano le notizie e le fontane diventavano così anche centri di comunicazione. Chi era autorizzato a servirsene creava dei gruppi addetti alle fontane, che si occupavano della loro pulizia e del loro funzionamento. Alcune di queste comunità esistono ancor oggi. Uno dei loro compiti è quello di decorare a festa le fontane in occasione delle processioni. Spesso i santi che adornano le fontane hanno dato il nome alla piazza.
Con la guida sulle fontane dell’ufficio turismo di Imst (da sfogliare o scaricare da www.imst.at) si può sperimentare il tour delle fontane nella città alta e nella città bassa.
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Testo delle mappe storiche di ...
prima dell'anno 0
Densamente popolato dall‘antichità
Già durante la preistoria la zona attorno a Landeck era relativamente ben popolata. Al di sopra di Schönwies, a Stanz e Grins, a Perjen, a Fließ, all’ingresso della valle Kaunertal, a Fiss e Serfaus, ... — su ogni pendio assolato ed ogni terrazzamento sono attestati insediamenti o ci sono per lo meno indizi di un popolamento. Gli insediamenti erano collegati tra di loro da carrarecce. Oltre a quella nella valle dell‘Inn ci sarebbe stata una scorciatoia che dalla valle Kaunertal attraverso il Piller Sattel conduceva a Imst. Sopra Fließ si trovava un luogo dove si tenevano roghi votivi, in cui per secoli, fifino in epoca romana, vennero invocati gli dei. Nel museo archeologico di Fließ si possono ammirare ritrovamenti preistorici risalenti a questo periodo, con un’abbondanza ed una qualità che si trovano altrimenti solo nelle grandi città.
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Chiese protocristiane
Nella zona di Landeck la strada romana Via Claudia Augusta si snodava prevalentemente sui pendii — alla tratta tra il ponte sull’Inn presso Starkenbach e Landeck seguiva quella rimarchevole e pittoresca che attraversava la “placca” in direzione di Fließ, dove le tracce di carri risalenti ad epoche diverse narrano vicende legate alla strada. Solamente nella zona del castello di Landeck la Via Claudia Augusta abbandonava il pendio — presumibilmente perché là si trovava una stazione di sosta e la strada deviava attraverso l’Arlberg. L’importante collegamento viario non comportò solamente uno sviluppo economico, bensì anche un intenso scambio culturale, come emerge tra l’altro anche dalla precoce cristianizzazione. La chiesa parrocchiale di Landeck e la chiesa di San Lorenzo sul “Bergl”, la collina di Imst, hanno radici nel V secolo, mentre la Maaßkirche presso il museo archeologico di Fließ nel VI secolo.
1787
Landeck punto nodale
Già in epoca romana alla confluenza tra Sanna ed Inn si intersecavano per la prima volta due strade transregionali. Nel 1787 venne rinnovata e rilanciata la strada verso il Vorarlberg, che già da lungo tempo non era più praticabile, ed il fondovalle divenne finalmente un punto nodale. Il resto lo fece la costruzione della ferrovia dell’Arlberg nel 1884, nel cui ambito vennero creati anche 800 posti di lavoro e la popolazione crebbe notevolmente. Attorno al 1900 i comuni di Perfuchs e Angedair vennero uniti per formare Landeck, che nel 1904 divenne un mercato e nel 1923 una città. Landeck è capoluogo distrettuale già dal 1868, quando ancora non esisteva un luogo con questo nome, bensì solamente il castello di Landeck. Vittima dello spostamento del traffico in direzione est-ovest sulla tratta dell’Arlberg fu tra l’altro lo “Zwischentoren” tra Fernstein e Reutte. Molti dei poverissimi abitanti dell’Außerfern furono di conseguenza costretti a cercare lavoro nelle più ricche regioni confinanti verso nord.
Dopo Imst si prosegue inizialmente sul pendio più esposto al sole - sulla strada nazionale in direzione di Landeck - passando per un’altura. Il tracciato della strada romana rimane inizialmente al di sotto della strada attuale, nella zona dell’altura è un poco al di sopra e poi sul pendio è al di sotto. Ritornati nella valle, a sinistra accanto al guardrail si possono vedere delle tracce di carri. Poco più avanti il percorso svolta nella località di Mils. Qui si prosegue dritto, su di una stradina verso Starkenbach. Fin là il viaggio si svolge sul tracciato della strada romana o molto vicino ad essa. A Starkenbach la strada romana attraversa dapprima l’omonimo ruscello e subito dopo l‘Inn. Dopo il ponte sul ruscello si trova un edificio che un tempo era una locanda situata sulla vecchia strada. Di fronte alla confluenza del ruscello, sulla sponda opposta dell’Inn si può ancora vedere la testa di ponte di una struttura ancora esistente nel XIX secolo. Il percorso di viaggio prosegue per Zams sulla sinistra orografica del fiume.
Su di uno sperone roccioso, alto sopra la valle dell’Inn, sorge la Kronburg, che può essere raggiunta a piedi partendo dall’omonimo santuario. Per arrivarci, lasciate il percorso prima di Mils e dirigetevi verso Schönwies attraversando l‘Inn. Una volta attraversata questa località si va a sinistra in direzione della Kronburg.
Lungo la Via Claudia Augusta erano state costruite a distanze regolari delle stazioni di sosta. Là chi viaggiava per ragioni di servizio poteva rifocillarsi e pernottare. C’era la possibilità di sistemare carri e cavalli e per lo più c’erano delle piccole terme nonché un santuario. Simili “mansio” si trovavano ad esempio a Imst, Landeck o Nauders. Per i viaggiatori privati si svilupparono analoghe stazioni di sosta. Gli archeologi ne hanno trovata una nel bosco tra Nassereith e Tarrenz. Secondo gli archeologi anche la stazione di servizio avventura “Trofana Tyrol” ha le caratteristiche di queste antiche strutture. Infatti è concepita come villaggio, nello stile di un paese di montagna tirolese, in cui il viaggiatore può rifocillarsi ma può anche pernottare. La Hitte-Hatte-Au nell’area esterna comprende uno stagno, una stazione Kneipp, un grande campo giochi ed è stata costruita perfino una cappella. Il cuore della Trofana Tyrol è la piazza del mercato: è provvista di copertura in vetro, offre specialità tirolesi e si è affermata come luogo d’incontro per gli abitanti del posto.
La Cafeteria Tirolino è aperta 24 h al giorno. An der Au 1, 5493 Mils bei Imst, +43 (0)5418 601—0. www.trofanatyrol.at.
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Hauptplatz 6, 6511 Zams
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Poco prima di Zams la strada nazionale attraversa l’Inn. Immediatamente prima si svolta a destra verso la gola del Zammer Lochputz. Il percorso attraversa Zams, passando accanto all’imponente campanile che si erge isolato. Sulla strada per Landeck si trova la stazione a valle della funivia del monte Venet. A Landeck alla rotonda si svolta leggermente a sinistra nella Malserstraße, la storica via principale della città, con negozi e locali dove mangiare e bere. Più in alto ci sono castel Landeck e la chiesa parrocchiale. La strada si dirige dritta verso sud, passando per Urgen e Nesselgarten e arrivando nel quartiere di Fließ Neuer Zoll. Qui la strada si dirama verso Fließ, dove si trova il Centro di documentazione della Via Claudia Augusta in Tirolo. Poco prima del centro del paese una stradina sulla sinistra conduce alla Naturparkhaus Kaunergrat (casa del parco naturale Kaunergrat). Di qui si va verso l’imbocco della valle Kaunertal e verso Prutz.
Molto amato come meta per escursioni, offre una visuale da capogiro su un dei più bei corsi d’acqua selvaggi del Tirolo. Un’esperienza davvero particolare.
6511 Zams, Lötz 38, +43 (0)5442 65 600, Orari: dal 1° maggio al 30 settembre tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30, 1-31 ottobre tutti i giorni dalle 10 alle 17.
In luglio e agosto tutti i mercoledì visite guidate serali dalle 20 alle 21.30 www.zammer-lochputz.at.
Con la funivia del Venet in 8 minuti si arriva da 780 m a 2.208 m di altitudine. La montagna del Venet piace per la sua vista panoramica da sogno sui monti circostanti, per la via dei sapori “Tiroler Edle”, per il “Weg der Aussicht” (sentiero della veduta), per le numerose possibilità di sosta, .... 6511 Zams, Hauptstraße 38, +43 (0)5442 62 663. 6.6 - 28.9 e 2.10 - 5.10 sempre dalle 8.30 alle 17, www.venet.at
Un museo locale sui generis permette ai visitatori di rivivere, all’interno di un castello del XIII secolo, le vicende dei nostri progenitori, nella loro lotta per la sopravvivenza. Le storie di quest’epoca vengono narrate nel castello di Landeck.
6500 Landeck, Schlossweg 2, +43 (0)5442 63 202, Orario: 13 aprile - 26 ottobre tutti i giorni dalle 10 alle 17.
Una breve escursione di circa 2 ore con splendide vedute porta lungo il pendio dal castello di Landeck al paese di Fließ con il Centro di documentazione della Via Claudia Augusta in Tirolo. Il sentiero attraversa i pendi aridi di Fließ, in un ambiente affascinante, che dà tra l’altro ospitalità a migliaia di specie di farfalle. Sulla cosiddetta Fließer Platte si trovano tracce di carri di varie epoche. Sull’assolato pendio tra Stanz e Grins si trova un sentiero chiamato dagli abitanti del luogo “Grüß-Gott-Weg” (sentiero del saluto), perché è molto frequentato e quindi ci si saluta spesso. Il sentiero conduce sulle tracce delle famose “Stanzer Zwetschken” (prugne di Stanz) da un tempio della distillazione delle grappe all’altro. Il pendio benedetto dal sole è popolato già da millenni ed offre una splendida vista della valle.
Nella località di Fließ si trova il Dokumentationszentrum Via Claudia Augusta Tirol (Centro di documentazione della Via Claudia Augusta in Tirolo), con reperti della strada imperiale romana, una copia della mappa generale delle strade romane, la Tabula Peutingeriana, ed un filmato d’intrattenimento, in cui un Romano racconta alla sua amata di un viaggio lungo la strada romana. Nel Museo archeologico situato di fronte al Centro sono esposti significativi reperti dell’Età del Bronzo e di quella del Ferro provenienti da Fließ. Dokumentationszentrum Via Claudia Augusta e Museum Fließ, 6521 Fließ Nr. 89, 0043 (0)5449 200 65, Orari: maggio - ottobre., mar-dom dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17. www.museum.fliess.at
In alto sopra Fließ, al passaggio storico del Piller in direzione della Pitztal, si può scoprire un sito dove si tenevano roghi votivi. Non lontano da qui vi aspetta il „Gache Blick“ in posizione da capogiro al di sopra del precipizio nell’Oberes Gericht e la Naturparkhaus Kaunergrat (casa del parco naturale di Kaunergrat) con la mostra naturalistica ed un ristorante con terrazza panoramica, 6521 Fließ, Gachen Blick 100, +43 (0)5449 6304, Ristorante Gachenblick +43 (0)664 4408552
Nella “Genussregion TirolWest” (Regione del gusto Tirolo occidentale) c’è molto da scoprire anche per i buongustai. A prescindere da cosa faccia battere il loro cuore più forte: lo stomaco non verrà sicuramente trascurato. Dai distillati di frutta fatti in casa ad alta gradazione alcolica, alla “regione del gusto prugne di Stanz”, ai prodotti contadini regionali freschi dal mercato di Landeck, fino al Tonis Sprossengarten (giardino dei germogli di Toni), il “Tiroggl”, il pane di Landeck e le raffinate specialità di cioccolata dal Tirolo, tutto saprà deliziare alla perfezione il vostro palato nella Regione del gusto del Tirolo. I vasti frutteti dei comuni di Grins e Stanz non sono solamente tra le piantagioni poste a quota più elevata in Europa, qui prosperano anche alcuni dei migliori frutti del Tirolo. Non a caso dalle famose prugne di Stanz si ottengono i più conosciuti distillati di frutta della regione. I raffinati distillati, ad alto tenore di alcol e di alta qualità, sono valsi alla zona il titolo di Regione del gusto austriaca. Provate voi stessi una grappetta tirolese, una „Schnapserl“ dopo aver mangiato e godetevi l’effetto benefico del distillato fruttato.
Genussregion TirolWest +43 (0)5442 65 600.
Il parco naturale si estende dall’Alta valle dell’Inn fino alle Alpi dell’Ötztal comprendendo le valli Pitztal e Kaunertal ed il comune di Fließ. Con varie escursioni qui si può andare alla scoperta di un paesaggio meraviglioso con innumerevoli varietà di animali e di piante. Il parco naturale comprende tutte le altitudini, dai 750 metri della piana dell’Inn fino ai maestosi tremila metri delle Alpi dell’Ötztal. Nel parco colpisce l’alto numero di esemplari naturali tirolesi originari: sono 1.200 gli stambecchi e 1.100 le specie di farfalle che vivono qui. Tra la sede dei roghi votivi sulla Piller Sattel e il “Gachem Blick” vi aspetta la Naturparkhaus (casa del parco naturale) con la mostra multimediale “3000 m VERTIKAL” ed il ristorante panoramico con vista mozzafiato.
6521 Fließ, Gachblick 100, +43 (0)5449 6304, aperto giu. - set. lun - dom dalle 10 alle 18, ott. - mag. lun - dom dalle 10 alle 17 (sab cassa automatica), www.kaunergrat.at.
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Testo delle mappe storiche di ...
100 D.C.
Strada principalmente nel fondovalle
A causa della ristrettezza della valle, minacciata dalla caduta di massi e spesso occupata completamente dal fiume Inn, tra Landeck e Fließ la Via Claudia Augusta seguiva il pendio, attraverso la “placca” di Fließ, su cui nelle diverse epoche i carri hanno lasciato le proprie tracce nella roccia. La strada romana poteva quindi dipanarsi nuovamente nella valle fino a Altfinstermünz — varcando alcune volte il fiume — attraverso il fondovalle, poiché in quella zona la natura mantiene l’Inn in un corso ristretto. Dopo Finstermünz la strada risale la gola con una costante pendenza dell‘11 %, verso l’unica stazione stradale tramandata nelle fonti scritte, Inutrium, poco prima del punto più elevato della strada e del passo Resia. C’erano presumibilmente due ulteriori stazioni di sosta tra Prutz e Pfunds. Sicuramente Fließ e Inutrium erano abitate.
1530
Strada e attività mineraria
Nel Medioevo e nell’Età moderna si continuò ad utilizzare la strada romana per lunghi tratti. Rocche come Pidenegg, Pernegg, Laudegg, Siegmundsriedt, Finstermünz e Naudersberg costellavano le vie di transito. Al di fuori delle vie principali c’erano quasi solamente mulattiere. Oltre all’agricoltura per l’autosostentamento e le possibilità di guadagno collegate alla strada, era l’attività mineraria a portare entrate, dapprima nella Kaunertal, quindi nella Bergtal, in seguito nella Platzertal. Inoltre a Serfaus si estraeva il minerale che veniva trattato a Fließ.
1910
Nuove vie di comunicazione
A lungo si discusse su come si dovesse rinnovare la strada del Resia. Infine si imposero i costruttori moderni e tra il 1852 e il 1856 venne costruita la strada con tornanti e gallerie che viene utilizzata in gran parte ancora oggi. Furono realizzate strade anche in Engadina, verso il Samnaun e per l’attività mineraria nella Platzertal. Il minerale veniva tra l’altro trasportato anche con un apposito impianto a fune. Oltre agli investimenti per le strade, c’erano anche due diversi progetti per un collegamento ferroviario attraverso passo Resia, per cui sarebbero state necessarie numerose gallerie. La posizione strategicamente importante del passo è testimoniata dalla fortezza più settentrionale dell’Austria-Ungheria in direzione dell’Italia.
Dal “Gachen Blick” il percorso porta a Kauns all’ingresso della Kaunertal. Là il viaggiatore può scegliere di andare direttamente a Prutz risalendo la valle o di fare un’escursione al ghiacciaio della Kaunertal. Lungo la strada che porta là dopo poche centinaia di metri vi saluterà il castello Burg Berneck, rinnovato in maniera esemplare. Doveva garantire la sicurezza della strada per la Pitztal attraverso il Piller. Oggi è di proprietà privata, ma può essere visitato in occasione delle visite guidate da luglio a settembre sab, dom, dalle 10 alle 11, +43 (0)5472)6332. Sul lato dell’Inn opposto a Prutz ci si può dar tentare da una deviazione alla Sauerbrunnquelle, la sorgente medicamentosa la cui acqua è d’aiuto in caso di malattie allo stomaco o all’intestino. La sua forza curativa è nota da oltre 800 anni e venne utilizzata fino al XX secolo da principi, vescovi, abati ed altre personalità. L’acqua viene imbottigliata ancor oggi ed è parzialmente reperibile nelle attività gastronomiche. Recandosi alla sorgente il viaggiatore attraversa il ponte sull’Inn di Prutz, sottoposto a tutela. Al di sopra, come fosse scaturito dalla roccia, troneggia Burg Laudegg. La torre abitativa risale al XIII secolo ed oggi è anch’essa proprietà privata. Il percorso prosegue sull’antica strada provinciale, che fino a Pfunds corrisponde grossomodo al tragitto della strada romana. Tra Prutz e Ried un lago balneabile con un’isola e uno scivolo d’acqua invita a rilassarsi in tranquillità e a godersi i piaceri di un bagno. La località di Ried nell’Alta valle dell’Inn è caratterizzata da castel Siegmundsried. Venne costruito alla fine del XV secolo e prese il suo nome da Sigismondo il Danaroso. Siegmundsried si può visitare in occasione delle visite guidate che si svolgono a cadenza regolare, +43 (0)50 225 100. In una curva a St. Christina il percorso passa accanto ad un’antica fucina, mentre a Steinbrücken in un possente antico maso si può scoprire una pittura rara per questa zona. Sulla riva dell’Inn posta di fronte a Tösens i più attenti notano sulla roccia il ponte di pietra, di una strada secondaria per Serfaus. Nella tradizione popolare viene detto “Römerbrücke” (ponte romano). In realtà è uno dei tre più antichi ponti ad arco in pietra medievali del Tirolo. Anche il seguente ponte sull’Inn è posto sotto tutela. Inanellati lungo la Via Claudia Augusta seguono i pittoreschi villaggi di Tschuppbach, Schönegg, Stein, Lafairs e Birkach. In precedenza le carrozze passavano per la vecchia strada tra le locande Tschuppbach e Traube a Pfunds-Stuben.
A Pfunds-Dorf e a Pfunds-Stuben, a destra e a sinistra dell‘Inn, ci sono moltissime case di impronta gotica. Oltre alle scale esterne in muratura, mostrano ingressi ad arco romanici o gotici. Sulla piazza della chiesa a Pfunds-Dorf si trova il museo di storia locale. Attraversato il “Loch” (foro) nella torre dell’XI secolo e oltrepassato l’Inn il percorso si dirige verso Pfunds-Stuben, sulla cui Dorfstraße va nominata innanzitutto la Liebfrauenkirche (chiesa di Nostra Signora). All’interno si trovano l’altare del maestro della Germania meridionale Jörg Lederer e dei begli affreschi. Sulla stessa strada si incontra anche il Richterhof (corte di giustizia) con tre tavole commemorative sulla facciata a capanna.
Museum, Dorf 103, +43 (0)5474 5229, Visite guidate in estate dom dalle 10 alle 12 e dalle 13.30 alle 16, mer dalle 13.30 alle 15.30
Prima di dirigersi verso Nauders oltrepassando il ponte Kajetansbrücke, è d’obbligo un salto al complesso della storica stazione doganale Altfinstermünz. Dal parcheggio ben segnalato proprio sotto la Engadinerstraße, vanno calcolati 25 minuti a piedi. Per quanto appartato possa apparire oggi, Altfinstermünz era un tempo un importante nodo stradale accessibile da più punti. Oltre alla Via Claudia Augusta che portava al Passo Resia, c’era anche una strada che conduceva in Bassa Engadina. Dal IX all'XI secolo Altfinstermünz è stata sede di giudizio e stazione di pedaggio della regione della Bassa Engadina, di Nauders e di Pfunds.
Il nome, menzionato per la prima volta in un documento risalente al 1159 significa "roccia che si eleva minacciosa". Le fortificazioni, come la torre del ponte e il castello di Siegmundseck, furono erette nel 1472 come baluardo contro le incursioni engadinesi e furono messe alla prova già nel 1499 durante la guerra dell’Engadina. La possente torre passante a cinque piani con caditoia e terrazza difensiva risale agli inizi del XVI secolo. Dal 1652 in poi Finstermünz segnò il confine tra il Tirolo e i Grigioni. Nel 1779 l'ufficio doganale fu trasferito a Martinsbruck e il complesso divenne di proprietà privata, ma fino al 1855 tutto il traffico verso sud doveva comunque passare per la stretta porta della torre sul ponte dell'ex stazione doganale. Supportato da un film documentario, il visitatore ne apprende la funzione e la storia facendo il giro del complesso.
+43 (0)5474 200 43 o 0043 (0)664 39 59 59 471, aperto 1° giu.-15 ott. dalle 11 alle 17 ore, giorno di riposo lunedì, visite guidate, spuntini e bevande su richiesta da Pasqua a nov. www.altfifinstermuenz.com.
Nell’Oberes Gericht ci si può far tentare da numerose avvincenti escursioni a destra e sinistra della valle dell’Inn e della strada romana. La Kaunertaler Gletscherstraße (strada del ghiacciaio della Kaunertal) è una delle più belle strade panoramiche delle Alpi. Passa accanto al lago artificiale del Gepatsch per arrivare al Weißseeferner (2750 m). Dal paesino di montagna Fendels si raggiunge in funivia un paradiso escursionistico con un meraviglioso panorama. Da Pfund si raggiunge l’altopiano di Tschey, un luogo pressoché insuperabile per romanticismo e natura intatta. Ci si arriva sia a piedi lungo la forra Radurschlklamm, dove vi attendono un antico mulino e una segheria, che in auto. Dal ponte Kajetansbrücke si va verso Spiss, il comune più alto dell’Austria (1628 m). Sopra Nauders, ad ovest i laghi Schwarzer See e Grüner See sono mete da non perdere. Ad est con la funivia si può raggiungere il parco avventura Alpine Wasser-Erlebnis-Welt Goldwasser dove piccoli e grandi possono vivere esperienze autentiche, divertendosi e godendosi emozionanti avventure.
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A partire dal ponte sull'Inn Kajetansbrücke, la strada nazionale del Resia prende a salire sul pendio roccioso. La strada risale al 1856 e prima della sua costruzione si è discusso per decenni se si dovesse riadattare la Direttissima sulle tracce della strada romana da Altfinstermünz fino a Nauders oppure costruire una strada con gallerie e tunnel "secondo la nuova moda", che salisse in maniera regolare. Lungo la strada che si decise infine di realizzare, è tutto un susseguirsi di favolose vedute sul versante opposto e sul complesso di Altfinstermünz nella gola dell'Inn. Al ciglio della strada le rovine dell'antico hotel Hochfinstermünz, un tempo albergo di lusso, dormono il sonno della Bella addormentata. Un sentiero escursionistico conduce dal parcheggio dell’hotel alla gola dell’Inn, attraverso cui in circa 20 minuti di cammino, si raggiunge Altfinstermünz. Al di sopra della gola dell’Inn la strada nazionale del Resia passa attraverso una strettoia, che costituisce il confine geografico tra la valle dell'Inn e la Val Venosta, che inizia con un altopiano. La fortezza di Nauders veglia sulla strettoia. L'edificio, costruito a ridosso della roccia, era la fortezza più settentrionale lungo il confine italiano della monarchia austro-ungarica. Oggi ospita una mostra sul traffico di passaggio al Passo Resia. +43 (0)5022525400, apertura su richiesta.
Il centro della città turistica di Nauders am Reschenpass, un tempo stazione di sosta sulla strada romana, si raggiunge direttamente dall'ingresso della città. E' menzionata anche nella mappa di Tolomeo, disegnata nel 150 d.C. ad Alessandria d'Egitto. La chiesa parrocchiale di San Valentino fu costruita nel IV secolo ed è dedicata all'apostolo della provincia romana della Rezia. Più tardi fu ridisegnata in stile ora barocco ora neoromanico, ma ha ancora l'originale torre gotica del 1509. La piccola chiesa dell'ospedale di S. Spirito nella parte bassa del villaggio apparteneva ad un ospizio per viaggiatori indigenti costruito nel 1140. La strada locale è fiancheggiata da diversi edifici, riconoscibili come che sono considerati vecchie locande. Il castello di Naudersberg, situato su una collina a nord del paese, è una fortezza del XIII/XIV secolo, che è stata ampliata nel XV/XVI secolo. La strada romana passa ai piedi della collina, il cui tracciato fino a non molto tempo fa corrispondeva alla strada nazionale del Resia. Oggi è riservata a residenti e ciclisti. Da Naudersberg si vede l'intera Grenztal. Il territorio dell'antica sede del giudizio di Naudersberg comprendeva anche l'alta Val Venosta. Oggi il castello ospita un museo e un ristorante. La cappella di San Leonardo a sud del castello affascina per uno dei più importanti affreschi romanici. +43 (0)5022525400, visite guidate secondo l'avviso corrente e su appuntamento.
Il confine di Stato, facilmente riconoscibile dalle antiche stazioni di frontiera, si trova prima del valico ovvero dello spartiacque, che segue poco dopo. Nella località di Resia, che è il primo paese attraversato dal percorso in territorio italiano, nel XIX si sparò all’ultimo orso autoctono dell’Alto Adige, motivo per cui i suoi abitanti vengono chiamati spesso e volentieri “ammazzaorsi”. Grazie ai venti favorevoli, il lago di Resia è il miglior luogo delle Alpi per praticare kite surfing e snowkiting ed ogni anno vengono organizzati eventi nazionali ed internazionali di questi sport. È emozionante anche osservare dalla riva i kite surfer che scivolano sul lago con i loro aquiloni. Il lago artificiale fu creato nel 1950 unendo il lago di Resia e il lago di Mezzo (detto anche lago di Curon) per formare un unico specchio d’acqua lungo 6 km e sommergendo la località di Curon vecchia. Il suo campanile emerge ancor oggi dal lago: una immagine da cartolina tra le più note. Oltre al campanile romanico, posto sotto tutela, anche la cappella tardogotica del 1521, posta su di una collinetta non lontano dal centro del paese nuovo, ricorda i vecchi tempi di Curon. Prima di arrivare a San Valentino alla Muta il percorso passa accanto all’imponente diga e poi al lago della Muta, l’unico dei tre laghi originali rimasto allo stato naturale. Il museo comunale di Curon documenta lo sbarramento del lago di Resia, il declino del paese di Curon e la sua rinascita. 39027 Curon Venosta, +39 0473 633 127.
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Attraverso la vasta piana di Malles, il più grande cono di deiezione delle Alpi con le sue notevoli rogge, il percorso scende verso Malles Venosta. A metà strada si trova la località di Burgusio, citata già nel XII secolo, con il castello del Principe, stretti vicoli pittoreschi e moltissime case affrescate, portali, scale esterne e bovindi. Sul pendio che sovrasta Malles sorge Montemaria, il convento benedettino più elevato d’Europa. Un museo con un filmato fa rivivere novecento anni di storia e la vita tra le mura conventuali. 39024 Burgusio, Slingia 1, +39 0473 843 980, aperto 15 mar - 31 ott, lun - sab dalle 10 alle 17; e 27 dic - 5 gen, lun - sab dalle 10 alle 17. Poco lontano si trova la chiesetta di Santo Stefano, che affonda le proprie radici nel V secolo. Scavi nella zona della chiesa di San Benedetto a nord dell’esteso centro antico di Malles Venosta attestano che il paese risale addirittura al tempo dei Romani. Nel XII secolo divenne sede di giudizio e nel 1642 comune-mercato. Ancor oggi la località conta un numero molto elevato di campanili. Un tempo ce ne erano perfino due di più.
La collina di Traces a sud di Malles Venosta, con la chiesetta di San Vito in posizione panoramica è un favoloso belvedere abitato già nella preistoria. La cittadina di Glorenza con la sua cinta muraria integralmente conservata è con i suoi 800 abitanti una delle più piccole città delle Alpi. Situata in una posizione strategicamente favorevole e favorita dai principi territoriali tirolesi raggiunse una considerevole ricchezza. Da vedere in particolare i Portici.
Sluderno è situato sul pendio assolato al di sotto dell’insediamento d’altura retico, in parte ricostruito, sul Ganglegg e di castel Coira del XIII secolo, ritenuto l’edificio difensivo meglio conservato della provincia. Dal 1504 il castello è di proprietà dei conti Trapp ed ospita una collezione di armature che merita di essere vista. 39020 Sluderno, Castel Coira 1, +39 0473 615 241, visite guidate dal 20 mar. al 31 ott., orario d’ingresso dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16.30, lunedì giorno di riposo, eccettuati festivi, www.churburg.com. Nel centro storico si trova l’interessante Museo della Val Venosta , che racconta la storia della valle. 39020 Sluderno, via Merano. 1, 0039 0473 615 590, aperto 20 mar. — 31 ott. dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Lun. giorno di riposo, eccetto festivi. www.vintschgermuseum.com. Nel centro della località di Prato allo Stelvio infine la mostra permanente “Tra i pesci — un viaggio in mondi sconosciuti” nel centro visite del Parco nazionale “aquaprad” permette di osservare la fauna acquatica del Parco Nazionale dello Stelvio in 12 differenti acquari: dai laghi d’alta quota ai ruscelli montani fino al fiume. 39026 Prato allo Stelvio, Kreuzweg 4/c, +39 0473 618 212, aperto mar - ven dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18, sa, dom e festivi dalle 14.30 alle 18, lun. giorno di riposo. www.aquaprad.com
Über die markante Malser Haide, dem größten Schuttkegel der Alpen mit seinen markanten Waalen, führt die malerische Pass-Straße in Serpentinen hinunter nach Mals. Auf halbem Weg liegen die Fürstenburg und der bereits im 12. Jh. erwähnte Ort Burgeis mit malerischen engen Gassen und besonders vielen Häusern mit Fresken, Portalen, Freitreppen und Erkern. Am Hang oberhalb thront Europas höchstgelegenes Kloster "Marienberg". Mals geht sogar schon auf die Römerzeit zurück. Im 12. Jh. wurde es Gerichtssitz und 1642 Marktgemeinde. Noch heute zählt der Ort auffällig viele Kirchtürme. Früher ware es sogar noch zwei mehr. Unweit des Ortes befindet sich der markante Tartscher Bichl, der als Wahrzeichen des Vinschgaus gilt und Das etwas südlicher gelegene Städtchen Glurns mit seinen noch komplett erhaltenen Stadtmauern ist mit knapp 900 Einwohnern eine der kleinsten Städte der Alpen. Besonders sehenswert sind die Laubengassen. Der ebenfalls von engen Gassen mit sehenswerten alten Häusern geprägte Ort Schluderns liegt am Sonnenhang unterhalb der teilweise rekonstruierten rätischen Höhensiedlung am Ganglegg und der Churburg aus dem 13. Jh., die als best-erhaltener Wehrbau des Landes gilt. Im Ortszentrum befindet sich das sehenswerte Vinschgermuseum, das die Geschichte des Tales dokumentiert. Im Zentrum des Ortes Prad am Stilfserjoch gibt es schließlich die Dauerausstellung „Unter Fischen — eine Reise in fremde Welten“ im Nationalpark-Haus „aquaprad“ mit 12 Aquarien Einblicke in die Fischfauna des Nationalparks Stilfserjoch.
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Su di una collinetta all’ingresso del paese di Lasa sorge in posizione pittoresca l’antichissima chiesetta di San Sisinio. Nella chiesa parrocchiale romanica di San Giovanni Battista si può vedere una mensa d’altare del primo medioevo con un rilievo dei martiri Sisinio, Alessandro e Martirio. Un’altra particolarità è la roggia Kandlwaal, che scavalcava l’Adige su alti pilastri di pietra, di cui, dopo un incendio avvenuto nel 1907, sopravvivono solo alcuni resti. Da tempo immemorabile a Lasa, sul Monte Tramontana, disposto verso sud, si estrae un marmo bianco particolarmente duro, robusto e resistente alle intemperie. Viene tra l’altro trasportato a valle con una funicolare inclinata. I blocchi vengono immagazzinati nell’areale di Lasa Marmo. In zona ci sono anche alcune aziende per la lavorazione del marmo. La piazza del paese è tutta realizzata in marmo bianco. Non da ultimo, Lasa è anche il centro della zona di produzione delle albicocche della val Venosta. A marmo ed albicocche viene dedicata una festa tutti gli anni.
La frazione di Corces ha un centro di stampo contadino che merita di essere visto, al di sopra del quale troneggia la chiesetta di Sant’Egidio. Si potrebbe pensare che il nome tedesco di Silandro, Schlanders, derivi da “Schländern“, andare a spasso. O per lo meno, nella zona pedonale del comune si può passeggiare, fare acquisti, bersi un caffè ... Nell’antica sede di guarnigione vi aspettano anche bei vicoli e numerose costruzioni antiche, che ne raccontano lo sviluppo dal XIII al XX secolo: ad esempio castel Schlandersburg, la parrocchiale gotica di Maria Assunta, l’ancor più antica cappella di San Michele al cimitero, la chiesa e il convento dei Cappuccini ed alcune dimore signorili. Al di sopra del comune, sul Monte Sole, troneggia castel Schlandersberg, eretto nel XIII secolo.
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Il comune di Laces comprende la località principale e le due frazioni di Coldrano e Morter a valle nonché Tarces, situata su di un conoide di deiezione. Da vedere in particolare a Laces l’altare a portelle di Jörg Lederer nella chiesa di Santo Spirito all’Ospedale. Per le sue pitture murali la cappella di Santo Stefano del castello in rovina di Montani di Sopra a Morter è considerata la cappella Sistina dell’Alto Adige. Castel Coldarno, che fu costruito in varie fasi edilizie a partire dal 1475, colpisce in particolare per il suo muro perimetrale rettangolare, per i portali, le scale esterne e per i loggiati. Inoltre tutte le parti architettoniche importanti sono di marmo bianco. Va menzionato anche il menhir di Laces, risalente a 5000 anni fa: lo si può vedere al lunedì nella chiesa di Santa Maria in Colle all’ingresso del paese, là dove fu trovato.
La posizione nel punto più stretto della vallata conferisce un aspetto particolare al paese, con l’omonimo castello posto su di uno sperone roccioso direttamente sulla strada. 39020 Castelbello, via Statale 5, +39 0473 624 193, visite guidate 17 giu -14 set. mar - dom alle ore 11, 14, 15 e 16. Numero minimo partecipanti: 4 persone, www.schloss-kastelbell.com. Da vedere anche il Waalweg, il sentiero d’acqua. Ciardes, unita a Castelbello nel 1928, è situata su di un cono di deiezione sul lato soleggiato della valle che comincia a riaprirsi. Juval, la residenza estiva di Reinhold Messner, al di sopra dell’ingresso della val Senales, avvince con la raccolta di oggetti tibetani del Messner Mountain Museum. Castelbello, Juval 3, +39 348 443 38 71, aperto dalla 4^ domenica di marzo fino al 30 giu. e dal 1° set. alla prima domenica di nov. dalle 10 alle 16, chiuso il mercoledì, www.messner-mountain-museum.it
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Naturno è un centro turistico e commerciale pulsante, in cui si può passeggiare, fare acquisti e rifocillarsi. In centro, lungo la strada, sono riconoscibili le antiche locande di transito. Dal punto di vista della storia e della cultura gli highlight solo la chiesa ed il museo di San Procolo. Naturno, via San Procolo, +39 0473 673 139, aperto 1° apr. - 2 nov., mar - dom e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, lun giorno di riposo, www.naturns.it. Un poco più a valle, sull’altra riva dell’Adige, si trova il piccolo comune di Plaus, citato per la prima volta nel XIII secolo.
A Rabland, all‘ingresso dell‘Hotel Hanswirt, è stata trovata una delle due pietre miliari che ci raccontano la storia della costruzione della Via Claudia Augusta. Oggi c‘è una replica. L‘originale si può vedere al Museo Civico di Bolzano. Dietro l‘angolo si trova il più grande modellino ferroviario dell‘Alto Adige.
Parcines è il comune della Val Venosta con il maggior dislivello tra i 525 m della valle e i 3337 m del Roteck. Nel pittoresco centro del paese meritano una menzione speciale la chiesa parrocchiale tardogotica di San Pietro e Paolo, il vigneto del castello del XIII secolo e il museo della macchina da scrivere, dedicato a Peter Mitterhofer, l‘inventore della macchina da scrivere di Parcines. Parcines, Piazza della chiesa 10, 0039 0473 967 581, aperto da aprile a ottobre dalle 14 alle 18, mar - ven 10 – 12 e 14 – 18, sab 10 – 12, www.schreibmaschinenmuseum.com.
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All’altezza dello sbarramento dell’Adige a Tell il percorso svolta a sinistra sulla vecchia strada provinciale, che scende verso Lagundo nell’area del tracciato romano. Subito dopo la diramazione c’è un parcheggio da dove inizia il sentiero d’acqua di Lagundo, l’Algunder Waalweg. Di qui si godono splendide vedute sul paese-giardino e sulla città di Merano, così come da una pittoresca area di sosta lungo la strada, dove il Comune ha esposto i giganteschi “Troni di Trauttmansdorff”.
Lagundo possiede una chiesa moderna che merita una visita. Anche se molte case sono state rinnovate e ne sono state costruite di nuove, proseguendo per la vecchia strada provinciale ci si accorge di trovarsi sull’antico collegamento con la città di cura di Merano. Presso l’Adige si trova il nuovo Museo Testa di ponte, dedicato alle strade storiche che in quel punto attraversavano l’Adige. Anche oggi esiste un ponte attraverso cui il visitatore raggiunge a piedi la frazione di Foresta/Forst con il castello e la birreria privata che porta lo stesso nome.
Non è solamente il centro storico con i famosi Portici l’attrattiva di Merano, dove nella tarda antichità si trovava il fortificato Castrum Maiense. Durante un giro di circa due ore, a partire dal parcheggio presso il Museo delle Donne, si possono vedere tutte le attrazioni della città, compreso il nuovo tempio del benessere “Terme Merano” e i giardini di Sissi. Al di sopra della città troneggiano il castello avito dei conti del Tirolo e i celebri Giardini di Castel Trauttmansdorff.
Il paese, situato pittorescamente sul pendio, possiede un nucleo ancora ben conservato. Dal paese e soprattutto dal sentiero d’acqua (Waalweg) sopra il paese, il più lungo dell’Alto Adige con i suoi 12 km, si ha una splendida veduta della città di cura di Merano. Castel Lebenberg/Monteleone è uno dei più belli dell’Alto Adige. E’ proprietà privata, ma è parzialmente visitabile.
La Via Claudia Augusta, dove possibile, passava lungo il pendio assolato un poco più in alto rispetto al fondovalle. Tra Lagundo e Marlengo doveva però attraversare la valle. Si suppone che a questo scopo già i Romani avessero eretto il primo ponte sull’Adige, nel luogo in cui anche in seguito, e ancor oggi, c’è sempre stato un ponte. Fino al XVIII secolo dal letto del fiume si ergeva un pilastro del vecchio ponte. Oggi si possono vedere ormai solamente parti del ponte, inglobate in un edificio museale. Nove strati originali di conci di gneis per un’altezza complessiva di 4 metri e una larghezza di 6,38 metri costituiscono il cuore della mostra sugli importanti collegamenti stradali attraverso l’Europa. Su questo particolare zoccolo in pietra venne posto in seguito un capitello.
Il ponte romano era presumibilmente di legno, posto su vari sostegni in pietra e – più volte rifatto – continuò ad essere utilizzato per lo meno fino al Medioevo.
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La zona di confine venne popolata già in tempi antichi. Il comune allargato di Lana sorse però dall’unione dei comuni di Vill, Lana di Sopra e Lana di Sotto. Accanto ai manieri, ai castelli e alle residenze è da vedere soprattutto la parrocchiale di Maria Assunta a Lana di Sotto, con l’altare di Schnatterpeck e il Museo della Frutticoltura dell’Alto Adige. Rio Lagundo, che segnava il confine di provincia romano, richiama alla natura con le molte cascate che si susseguono.
Oggi Nalles è un comune relativamente piccolo, può però contare su di un nucleo esteso, che testimonia la sua importanza storica. Per via delle tante rose è considerato il “paese delle rose”. Andriano, uno dei più piccoli comuni dell’Alto Adige, nel 1928 venne accorpato dal re al comune di Nalles, ma dal 1953 è nuovamente autonomo. Con la residenza Stachelburg, castel Bavaro/Payrsberg, castel del Cigno/Schwanburg con la sua cantina vinicola, castel Tordilupo/Wolfsthurn e la rovina di Castelforte/Festenstein, sono ben cinque i castelli che si trovano nelle due piccole località.
Terlano, a cui appartengono anche Vilpiano a nord e Settequerce a sud, era un tempo un significativo centro minerario. Di quest’epoca testimonia la parrocchiale di Maria Assunta del XIV secolo, il cui campanile è coperto di scandole variopinte. Al di sopra della località troneggia quello che è il suo simbolo, la rovina di castel Casanova/Neuhaus, detto “Maultasch”. Terlano è conosciuta oggi soprattutto per i suoi asparagi.
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A Frangarto, frazione di Appiano, ai piedi di castel Firmiano, dove oggi il Messner Mountain Museum Firmian racconta la contrapposizione uomo-natura, il tracciato storico ed il percorso piegano in direzione del centro di Bolzano, attraversando l’Adige e l’ampia conca valliva. Il viale ed il ponte che conducono al centro storico prendono nome da Druso, che un tempo condusse i Romani oltre le Alpi e diede inizio alla trasformazione in strada dei sentieri già esistenti. MMM Firmian, Bolzano, via Castel Firmiano 53, +43 0471 631 264, aperto dalla prima domenica di mar. fino alla terza di nov. dalle 10 alle 18, gio giorno di riposo, ultimo ingresso ore 17, www.messner-mountain-museum.it.
Mentre passeggia per la città, il viaggiatore può lasciare la propria auto nel parcheggio BZ Centro P8 dietro la stazione, nel piccolo parcheggio della funivia del Renon o nel garage sotterraneo di piazza Walther, dove inizia la passeggiata descritta. La piazza e il suo monumento sono dedicati al menestrello Walther von der Vogelweide. Da lì parte anche lo shuttle per il “maniero illustrato”, castel Roncolo, a nord della città. Il castello conserva alcuni dei più importanti affreschi profani dell’arco alpino. +39 0471 329 808, mar - dom, fino al 15 marzo dalle 10 alle 17 (ultimo ingresso ore 16.30), dal 16 marzo dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore17.30), www.runkelstein.info. In piazza del Grano si teneva un tempo il mercato del grano e dei cereali. Nel centro della pittoresca via dei Portici si trova il Museo mercantile +39 0471 945 702, lun - sab dalle 10 alle 12.30, che racconta la storia economica del territorio nell’antica sede della Camera di Commercio. All’estremità orientale della via si trova il municipio. Poco più avanti vi attende il Museo di scienze naturali dell’Alto Adige +39 0471 412 964, aperto mar - dom dalle 10 alle 18, www.naturmuseum.it. Chi vuole godersi una bella vista sulla città, farà bene a raggiungere l’altopiano del Renon con la funivia, la cui stazione a valle si trova a pochi minuti di distanza a piedi dal centro, in attività tutto l’anno www.ritten.com. La via dei Francescani conduce all’omonima chiesa e al suo convento ed infine alla parte occidentale dei Portici. Un poco più ad ovest si trovano il Museo archeologico dell’Alto Adige con “Ötzi” +39 0471 320 100, in lug., ago. e dic. tutti i giorni dalle 10 alle 18, negli altri mesi lun. giorno di riposo, ultimo ingresso ore 17.30, www.iceman.it, e il Museo Civico con una delle due pietre miliari originali, che costituiscono la testimonianza scritta della Via Claudia Augusta +39 0471 997 960, mar - dom dalle 10 alle 18. Attraverso ponte Talvera si raggiunge il monumento alla Vittoria, uno degli ultimi monumenti eretti in epoca fascista rimasti. Utilizzando il nuovo ponte ciclabile e quello pedonale il percorso riattraversa il Talvera e conduce direttamente al “Museion”, il museo di arte moderna e contemporanea +39 0471 223413, aperto mar - dom dalle 10 alle 18, ultimo ingresso alle ore 17.30; gio dalle 10 alle 22, visita guidata gratuita ore 19, ultimo ingresso ore 21.30, www.museion.it. Il teatro civico e la sala da concerto formano un tutt’uno nei pressi del fiume Isarco. Degna conclusione del tour della città è il duomo di Maria Assunta costruito tra il XIII e il XV secolo, che si trovava un tempo al di fuori delle mura cittadine, con il Tesoro del Duomo. +39 0471 978 676 mar-sab dalle 10 alle 12.
Il percorso passa per ponte Loreto e quindi, sulle tracce della strada romana, si dirige verso Laives, la città più meridionale dell’Alto Adige.
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Laives, Bronzolo e Vadena sono – a parte Bolzano – alcuni dei pochi luoghi abitati in maggioranza da altoatesini di lingua italiana.
A partire da Vadena l’Adige è navigabile.
Più località formano l’esteso comune di Appiano nella parte nord del cosiddetto “Oltradige”, un paesaggio collinare che spicca sopra il fondovalle. Nel 2005 a San Paolo gli archeologi hanno scoperto i resti di una villa romana con un pavimento a mosaico del IV secolo e una zona termale. Il comune venne citato per la prima volta già nel 590. Oggi la località principale, San Michele, così come quella originaria, San Paolo, con uno dei campanili più alti della provincia, dispongono di pittoreschi centri storici. Il paese vinicolo di Caldaro al lago con il suo pittoresco centro chiuso al traffico si trova ai piedi del massiccio della Mendola ed è separato dal fiume Adige dal Monte di Mezzo. A sud della località principale il paesaggio, segnato dalle colture vinicole, declina verso il lago di Caldaro, un gioiello naturale protetto, ritenuto il lago balneabile più caldo a sud delle Alpi.
L’imponente altura di Castelfeder nei pressi di Ora, oltre ad offrire una buona visuale sulla valle, era anche un luogo protetto che ha consentito il sorgere di insediamenti umani ben prima della nascita di Cristo e in epoca romana. Una parte degli scavi della stazione di sosta romana di Endidae sono ancora visibili e visitabili. L’ampio centro storico del comune, con i suoi Portici, risale principalmente al XVI secolo. La località di Laghetti, situata più a sud potrebbe derivare il suo nome da un lago formato dall’Adige a causa dello sbarramento provocato dai depositi del fiume Noce. A Salorno la valle dell’Adige si restringe formando la Chiusa di Salorno, che separa la Bassa Atesina sudtirolese dalla Piana Rotaliana. Le località di Salorno e di Pochi risalgono a insediamenti di epoca romana. Il nome di Salorno si ritrova nei documenti già nel 575 a.C. Il paese colpisce per il pittoresco centro antico, sopra cui troneggi castel Salorno/Haderburg.
Termeno è famosa per il vitigno Gewürztraminer (Termeno aromatico). Il suo esteso centro antico si snoda sul pendio, ricco di splendide chiese. Cortaccia era abitata già nel Mesolitico, come testimoniano i ritrovamenti archeologici e a partire dal IV secolo abbracciò la fede cristiana grazie a san Vigilio. a cui è dedicato un santuario romanico del 1300. Di Magrè si nota che da sempre è stata caratterizzata dalla coltivazione della frutta e del vino. Il pittoresco centro del paese, attraverso cui si snodano i suoi vicoli presenta influssi provenienti da sud. Il piccolo territorio comunale di Cortina all’Adige, limitato alla vallata e con un dislivello di soli 4 metri, già nell’Età della Pietra e in epoca romana era considerato una zona ideale per la caccia e la pesca.
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Nel pittoresco centro antico di Roverè della Luna, il primo comune di lingua italiana, c’è da vedere in particolare l’antica cappella cimiteriale di Sant’Anna del tardo XV secolo.
Ritrovamenti preistorici indicano che Mezzocorona era abitata già prima dell’arrivo dei Romani. Come testimoniano gli scavi, era anche un punto importante sulla strada romana. Da vedere a Mezzocorona anche l’ampia piazza della chiesa. A pochi metri di distanza una cabinovia porta ad un altopiano sullo scosceso Monte di Mezzocorona, da dove si gode di una magnifica vista.
La località di Mezzolombardo, che si appoggia al pendio con le sue pittoresche file serrate di case e i numerosi palazzi, è il centro commerciale lungo la vecchia strada per la val di Non. Qui, ai piedi della chiesa di San Pietro e del Castello della Torre, il visitatore può fare una magnifica passeggiata, bersi un caffè, godersi un gelato e fare acquisti nei negozietti dove si serve anche la popolazione.
L’antico monastero dei canonici agostiniani di San Michele ospita anche il “Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina“. Via Mach 2, +39 046 650 314, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 12.30 nonché dalle 14.30 alle 18, chiuso solamente 1° nov., 25 dic. e 1° gen. www.museosanmichele.it.
Il paese vinicolo di Faedo domina la valle come un nido d’aquila. Nave San Rocco era, come fa supporre il suo nome, una località di traghettatori e zatterieri, per lungo tempo il principale fattore economico della vallata. Zambana è nota per i suoi asparagi. Dell’antico centro rimane solamente la chiesa. Il resto venne completamente sepolto da una catastrofica frana nel 1955. Infine si raggiunge Lavis, prima di arrivare nel territorio della città di Trento superando il torrente Avisio. La località ha un pittoresco nucleo storico con numerosi edifici da vedere. Merita in particolare di essere menzionato il misterioso giardino pensile dei “Ciucioi”, che domina la valle sottostante con le sue romantiche rovine.
Künstler aus Orten entlang der gesamten Via Claudia Augusta haben bereits das zweite Mal Werke zum Thema Via Claudia Augusta gestaltet, die entlang der Römerstraße auf Reisen gehen. Die ersten Incontri D‘Arte (Kunsttreffen) fiinden jeweils in der Domus Romana von Mezzocorona statt. Dort hat die Cooperativa Dirò ihren Sitz, welche die Wanderausstellung und die Treffen von Kunst, Künstlern und Kunstliebhabern organisiert. Thema der zweiten Ausgabe der Wanderausstellung „Incontri D‘Arte“ ist das Fass, das die Römer an der Via Claudia Augusta von den Rätern kennenlernten. In der Römerzeit und auch danach wurden Fässer genutzt, um entlang der wichtigen Handelsstraße Wein nach Norden und Bier nach Süden zu transportieren. Das Fass steht also sinnbildlich für Austausch, Begegnung und Kommunikation entlang von Europas Kulturachse. Auch wenn die Kunst und die Künstler zu den „Incontri D‘Arte“ reisen, nehmen sie die Via Claudia Augusta und treffen sich ihr entlang. Schauen Sie auf www.viaclaudia.org vorbei, wo sich die aktuelle Ausstellung gerade befiffiindet. Vielleicht werden auch Sie Teil der „Incontri D‘Arte“.
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38017 Mezzolombardo, Corso del Popolo, 35
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Il territorio cittadino comincia presso il ponte sull’Avisio di Lavis. Già da lì la vecchia strada, risalendo il pendio verso la Valsugana, proseguiva in direzione di Altino, presso Venezia. Dapprima il percorso segue all’incirca il tracciato storico nella località di Meano, da dove per la prima volta si può scorgere la città del Concilio dall’alto.
Per fare una passeggiata in città, al visitatore conviene lasciare l’auto al parcheggio di via Torre Verde 40, al limitare del centro storico. All’ingresso nella parte storica della città ad attendere il visitatore ci sono l’ufficio informazioni turistiche e la Galleria civica d’arte contemporanea. Non lontano da qui sotto piazza Battisti vi sono gli scavi sotterranei della Tridentum romana. Passando per via Bellenzani, bordata da palazzi rinascimentali e con il municipio ospitato a palazzo Thun, il visitatore arriva alla piazza del Duomo. Le parallele via Cavour ad ovest e via Oss Mazzurana ad est gareggiano in bellezza con la piazza, sulla quale sorgono il Museo diocesano e la cattedrale di San Vigilio. Infine la passeggiata porta al castello del Buonconsiglio, che ospita il museo storico di Trento.
Passando accanto al castello del Buonconsiglio e poi al grande incrocio sulla sinistra, il percorso lascia la città in direzione della Valsugana. Dall’alto si apre ancora una bella veduta sui luoghi che ci si lascia alle spalle.
Il percorso porta in Valsugana passando per un’altura. Qui si viene accolti dalla prima delle numerose fortificazioni austroungariche della Prima guerra mondiale, posta direttamente sulla strada. Nella chiesa del pittoresco centro storico di Civezzano si può ammirare l'organo più antico del Trentino. La città è anche sede dell'Ecomuseo Argentario, che permette ai visitatori di vistare l'importante miniera d'argento medievale. La zona di Pergine Valsugana è stata abitata fin dalla preistoria e ha vissuto il suo periodo di massima fioritura grazie all'attività mineraria. L'attuale grande comune è nato tuttavia solamente nel 1928 con l’unificazione di 13 comuni. Il centro storico con il suo imponente municipio e la rinascimentale via Maier stanno a testimoniare di epoche di maggior fioritura. Sopra Pergine si erge l'omonimo castello, che si ritiene affondi le radici in epoca romana. Si suppone che il tracciato storico della Via Claudia Augusta passasse a Tenna, sul crinale tra il lago di Caldonazzo e quello di Levico, luogo in cui è stata trovata una pietra miliare. L'itinerario passa a nord del Lago di Levico raggiungendo l’omonima città termale lungo il pendio montano. In alternativa, il viaggiatore può dirigersi a sud girando attorno al lago di Caldonazzo.
Levico fu l’unica città dell’Alta Valsugana conquistata dagli Asburgo. Era sede di una guarnigione ed era una città di cura amata dagli Asburgo e dall’alta società austroungarica. In mezzo all’ampio centro storico con i suoi vicoli pittoreschi è situato il parco con il Grand Hotel delle Terme. A Levico si può ammirare anche un sarcofago romano.
Borgo si trova presso una strettoia della Valsugana. In seguito si riallarga, prima di diventare sempre più stretta: così angusta che in tempi passati era soggetta alle continue inondazioni del fiume Brenta. Per tale motivo la strada romana si dirigeva verso il Veneto attraverso due passi. Prima che il tracciato storico e il percorso salgano verso l’altopiano del Tesino, il percorso passa per le località di Castelnuovo, Scurelle e Strigno. Sul pendio illuminato dal sole, un poco più in alto, si trovano Spera e Samone. Sopra la conca si erge castel Ivano.
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38057 Pergine Valsugana, Piazza Serra, 10
38056 Levico Terme, Viale Vittorio Emanuele III, 3
38051 Borgo Valsugana, Piazza De Gasperi
38053 Castello Tesino, Via Dante, 10
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Sulla strada per Borgo il percorso – come probabilmente anche la strada antica – passa lungo il pendio soleggiato per Selva, che fa parte di Levico. Seguono Novaledo, Marter e la più piccola delle due località termali della valle, Roncegno Terme. Accanto alla Torre Quadra anche a Marter, dopo Novaledo, ci sono da scoprire degli impianti difensivi che trovano la loro continuazione - riconoscibili in parte - sui pendii montani. Quindi il percorso si dirige, attraversando il grazioso centro della località di cura di Roncegno Terme, verso Borgo Valsugana, sopra cui si erge, visibile da lontano, castel Telvana, i cui interni non sono purtroppo visitabili.
Borgo è contrassegnata dal fiume Brenta e da una lunga via porticata che si affacciano sull’acqua. L’influsso veneziano di un tempo è inconfondibile. In particolare sono da vedere la grande piazza Degasperi con il municipio e la veneziano, si arriva al corso Ausugum, che era l’antica strada che chiesa di Sant‘Anna, da cui, attraversando il ponte passava per la città. Così come Levico, ai tempi della monarchia austroungarica Borgo Valsugana era sede di una guarnigione. Al di fuori del pittoresco centro storico sul fiume Brenta, il parco artistico Arte Sella in val di Sella, distante otto km, invita alla scoperta, a fare fotografie e alla sosta.
Borgo si trova presso una strettoia della Valsugana. In seguito si riallarga, prima di diventare sempre più stretta: così angusta che in tempi passati era soggetta alle continue inondazioni del fiume Brenta. Per tale motivo la strada romana si dirigeva verso il Veneto attraverso due passi. Prima che il tracciato storico e il percorso salgano verso l’altopiano del Tesino, il percorso passa per le località di Castelnuovo, Scurelle e Strigno. Sul pendio illuminato dal sole, un poco più in alto, si trovano Spera e Samone. Sopra la conca si erge castel Ivano.
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Da Strigno la strada sale ripida attraverso una valle fino all’altopiano del Tesino, le cui località hanno vissuto da sempre principalmente della strada. Oggi vi conduce i turisti che scoprono ed apprezzano le pittoresche montagne. Le pareti rossastre e verdastre della catena del Lagorai sono di origine vulcanica. Da un punto di sosta in corrispondenza di un ponte tra Bieno e Pieve Tesino, si può facilmente vedere la vecchia strada che attraversa il torrente sottostante. Lo testimoniano anche i lunghi e stretti vicoli che attraversano Pieve Tesino da est a ovest. Il luogo natale di Alcide Degasperi ha dedicato un museo allo statista austro-ungarico-italiano, padre fondatore delle Comunità europee; 38050 Pieve Tesino, +39 345 848 99 99 75 oppure +39 339 698 4804, aperto dal 1° giu. al 30 sett. mar - ven dalle 15 alle 18, sab dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e dom dalle 15 alle 18; 1° ott. - 31 mag. ven dalle 15 alle 18, sab dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e dom dalle 15 alle 18. Poco prima di Castello Tesino si può scoprire un ponte che si trova sul tracciato riconoscibile della strada romana, ma che fu probabilmente ricostruito nel Medioevo basandosi sul modello romano. Sopra il paese - dove oggi sorge la chiesetta di Sant’Ippolito - sorgeva un tempo un castrum romano.
Proseguendo la strada verso Lamon, vi attendono viste mozzafiato sulle profonde gole scavate dai torrenti in questa pressoché disabitata terra di confine. Sul lato opposto, la Via Claudia Augusta attraversava il torrente Senaiga. Sotto San Donato, sviluppatosi lungo la strada romana, gli archeologi hanno scoperto un antico cimitero. Nel piccolo Museo Archeologico di Lamon I ricchi corredi funerari raccontano la storia del popolamento locale. Centro Lamon, +39 328 311 83 36, in estate il museo apre ad orari fissi, il resto dell'anno su richiesta. Al termine della profonda gola nella zona di confine si trova anche una grotta con stalattiti, visitabile solo su appuntamento, +39 0461 593 322. Il percorso attraversa infine le piccole frazioni del comune di Sovramonte al margine meridionale del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
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32032 Feltre, Piazza Vittorio Emanuele II, 21
32026 Mel, Piazza Papa Luciani
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0039 329 272 900
Al di sopra della strada romana passa oggi l’itinerario escursionistico su lunga distanza della Via Claudia Augusta. Il percorso prende la strada che porta al passo di Croce d’Aune verso Pedavena, nel cui antico municipio si trova la sede del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Più in là sulla strada si trova anche il birrificio Fabbrica di Pedavena con la sua gloriosa tradizione, con la mostra sulla fabbricazione della birra, sia quella di Pedavena che in generale. Al comparto della produzione è annessa la Birreria Pedavena, con il più grande locale d’Italia, in cui degustare le numerose birre, abbinate con le giuste pietanze.
La maggior parte dell’ampio centro storico è situato su un lungo crinale roccioso che può essere attraversato in auto se ci si vuol fare una rapida idea del posto. In questo caso si entra nel centro storico dalla porta a sud-ovest e lo si lascia attraverso la porta ad est. Per effettuare una dettagliata visita turistica, si consiglia al visitatore di lasciare l’auto nel parcheggio a nord o a sud del centro storico, collegati con un tunnel pedonale. Attraverso una torre nella cinta muraria meridionale, il visitatore raggiunge la città salendo una pittoresca scalinata. Da qui si prosegue a destra verso il Museo Civico e verso la porta orientale della città. Piazza Maggiore ospita il Municipio e la Chiesa di San Rocco e San Sebastiano. Nel Municipio è da vedere il Teatro de La Sena, considerato il fratello minore del Teatro La Fenice di Venezia. Dalla piazza si sale alla fortezza, il castello di Alboino. Il Museo Diocesano e Galleria d’arte contemporanea Carlo Rizzarda si susseguono all'interno delle mura cittadine. Fuori dalle mura si trova il Duomo, sotto il cui sagrato si possono visitare gli scavi archeologici della Feltria romana. Attraverso un monastero il visitatore ritorna infine al parcheggio a sud o al tunnel pedonale.
Sulle colline antistanti le Dolomiti, il percorso conduce a Cesiomaggiore, dove vi aspetta l’interessante Museo storico della Bicicletta. Tra Feltre e Cesiomaggiore sorgono numerose antiche residenze di campagna dei ricchi cittadini della zona. In una di queste, la Villa delle Centenere, si trova uno dei due miliari della Via Claudia Augusta. Il percorso fa una curva nella vallata e passando per Santa Giustina arriva infine a Mel, che si erge in modo pittoresco su di una collina.
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A Mel non c’è solo un centro con un’ampia piazza da vedere, ma anche per il suo piccolo Museo archeologico. Tra Mel e Lentiai la strada romana sale verso l’ultimo valico. Sull’antica strada per il passo si erge il castello di Zumelle, restaurato in maniera esemplare. Anche un antico ponte ad arco in pietra testimonia dell’importante collegamento stradale: lo si può scorgere nel bosco ceduo al di sopra di Bardies e risale all’epoca bizantina. Attraversando Lentiai con la sua ampia piazza si arriva infine al santuario dei SS. Vittore e Corona, fondato già all’inizio dell’XI secolo. Poi il percorso segue verso sud il Piave passando per la stretta valle.
Attraversando Lentiai con la sua ampia piazza si arriva infine al santuario dei SS. Vittore e Corona, fondato già all’inizio dell’XI secolo. Poi il percorso segue verso sud il Piave passando per la sua stretta valle.
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Il percorso passa dapprima sulla Strada del Prosecco per le località di Valdobbiadene, il comune più noto in cui viene prodotto il Prosecco, con la sua piazza che merita di essere vista. Nella località di Follina la strada storica, dopo aver superato l’ultimo passo, entrava nella vasta pianura veneta, inizialmente collinare. Direttamente nel centro del paese si trova il convento di Follina, un luogo da vedere. Poco più a nord il rinascimentale Castelbrando si erge al di sopra della strada storica. Il castello si può raggiungere da Cison di Valmarino con l’ascensore funicolare; oggi ospita un centro benessere e un hotel congressuale, nonché ristoranti e varie esposizioni.
Il comune seguente è Pieve di Soligo. Il suo nucleo antico, attraversato dal torrente Soligo, merita una visita; il paese vanta anche un’imponente piazza. Il grande palazzo che vi si affaccia è destinato a diventare sede del municipio. Poco prima di arrivare al castello di Collalto, sulla riva del Piave si possono scoprire resti della Via Claudia Augusta. Tra il castello e il comune di Susegana il percorso passa tra le pittoresche colline del Prosecco. Su una di queste si erge il castello di San Salvatore. Ai margini di Susegana si trovano la notevole chiesa del Carmine e la tenuta vinicola Collalto. Da Susegana gli interessati raggiungono Conegliano, il capoluogo della zona, che conta quasi 35.000 abitanti, noto per la sua tradizionale partita di dama con figure viventi in costumi storici e che dispone anche di un centro storico che va visitato. Passando per la località rurale di Santa Lucia di Piave, in cui tutti gli anni si tiene una fiera agricola, il percorso conduce infine a Ponte della Priula, che fa parte di Susegana, dove attraversa l’ampio letto del fiume Piave, rimasto in gran parte nel suo stato naturale.
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Nervesa subì pesanti distruzioni a causa delle disastrose battaglie della Prima guerra mondiale. Come un monito alla pace, le ricorda la rovina dell’abbazia di Sant’Eustachio (XIV secolo). Oggi qui si tengono anche dei concerti. Sulla destra del Piave c’è anche una Strada del Vino che invoglia a dirigersi verso il Montello e i Colli Asolani, su cui i vigneti si alternano con una vegetazione naturale molto varia. A sud di Nervesa della Battaglia le rovine dell’Abbazia di Sant’Eustachio ricordano le disastrose battaglie della Prima guerra mondiale. Tenute e località vinicole costellano il resto della strada. Assolutamente da vedere è la cittadina di Asolo, colonizzata dai Veneti già nel VI/VII secolo.
Oltre alla parrocchiale con un monumento in ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale, nella località principale del comune di Spresiano c’è da vedere la villa Giustiniani-Recanati. Nella frazione di Visnadello si possono scoprire la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo Minore e la villa Gritti. Nella frazione di Lovadina si trova il Palazzo Bove del XV secolo. Villorba non si chiama così per caso. Possiede numerose delle famose e signorili Ville Venete, tipiche della regione. Una di esse, Villa Giovannina, costituisce oggi la sede di rappresentanza dell’amministrazione comunale e come tale è aperta in orario d’ufficio.
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Il percorso gira in senso antiorario attorno al centro storico, circondato in larga parte da un canale o dal fiume Sile. Venendo da nord si punta direttamente su porta San Tommaso. Se il viaggiatore vuole visitare il centro storico, è meglio accedere al centro da sud, dove ci sono buone opportunità di parcheggio.
C’è molto da scoprire nel centro storico di Treviso. Sono in special modo i molti canali che percorrono la città e le case borghesi adornate con i tipici dipinti a conferirle un fascino particolare. Il carattere del tutto peculiare di Treviso cattura il visitatore soprattutto se egli gira in libertà per i suoi vicoli. La passeggiata che viene proposta va vista come un suggerimento per chi vuole conoscere la città e le sue particolarità percorrendola in fretta. Porta tra l’altro alla chiesa di San Nicolò del XIII e XIV secolo e all’imponente duomo della città vescovile. A nord la cinta muraria, che è percorribile. Inoltre la passeggiata conduce alla chiesa e al convento dei Francescani e al Palazzo dei Trecento del XIII secolo con i suoi interessanti affreschi, nella pittoresca piazza dei Signori.
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Il Sile, percorribile con gite in barca, è stato da sempre anche un’importante via di comunicazione e di traffici commerciali. Fino al 1970 circolavano sul fiume i “burci”, possenti barche per il trasporto di merci pesanti. Oggi li si può vedere nel cimitero dei burci a Casier, sulla riva del fiume opposta a Silea. Quest’ultimo comune, che conta oltre 10.000 abitanti, era abitato già nel II secolo d.C. Gli insediamenti più antichi si trovavano nelle frazioni di Sant’Elena e di Cendon sul tracciato della strada romana. Le due località compaiono per prime nei documenti anche durante il Medioevo. Tra l’altro Silea si chiamava in precedenza Melma e solamente nel 1935 venne ribattezzata come Silea, nome preso dal fiume.
Già a partire dal Neolitico il territorio della città di Roncade, che conta 14.000 abitanti, era popolato; in epoca romana era abitata in particolare la frazione di Musestre, dove la Via Claudia Augusta attraversa il fiume. Come parte della Repubblica di Venezia, la città conobbe il suo maggiore impulso in termini di sviluppo dopo il 1500, come testimoniano alcune ville. La più importante è sicuramente la rinascimentale villa Giustinian, detta Castello di Roncade, che è anche una rinomata tenuta vinicola. Da vedere inoltre la chiesa parrocchiale e la cappella del castello con un significativo ciclo di dipinti barocchi. Direttamente sul tracciato storico della Via Claudia Augusta - tra Roncade e Silea - si trova la tenuta “47 Anno Domini” (il 47 d.C. è l’anno in cui la Via Claudia Augusta fu completata), che combina sapientemente la tradizione vitivinicola con tecniche moderne e nuovi trend.
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Quarto d’Altino è il comune in cui si trovava un tempo il porto romano. Prima di arrivare in centro, il percorso passa per un ponte relativamente stretto sul Sile. Subito dopo si apre una splendida veduta sul fiume e su Musestre. Nel piccolo centro si trovano gli uffici comunali, la parrocchiale, alcuni locali e negozi. Dopo essere passati sotto il tracciato della ferrovia. con cui in pochi minuti si raggiunge comodamente Venezia, si può seguire ancora un pezzo del tracciato rettilineo della Via Claudia Augusta. L’ultimo tratto fino al museo, nell’area del porto antico, si può percorrere a piedi o in bicicletta direttamente su di una strada che passa attraverso la laguna oppure lo si può raggiugere in auto, seguendo il percorso, ma facendo delle deviazioni.
A causa del progressivo interramento, l’area dell’antica città portuale si trova oggi più all’interno. Esistono ancora solo alcuni edifici, tra cui una zona archeologica, che in uno spazio relativamente contenuto offre alcuni scorci della grande storia, il Museo archeologico già esistente e il nuovo Museo Archeologico Nazionale nonché una semplice trattoria
Museo, Via Sant‘Eliodoro 56, +39 0422.789443, apr.-set. mar-dom dalle 8.30 alle 19.30; lun chiuso; ott.-mar. mer, ven, sab, dom dalle 8.30 alle 19.30; mar e gio dalle 9 alle 14.15; lun chiuso.
Quarto d’Altino, dove gli alloggi sono più tranquilli e più a buon mercato, si trova quasi esattamente a metà tra la città d’arte di Treviso, la città lagunare di Venezia e le spiagge di Jesolo. A Venezia si arriva con la ferrovia o in barca, su cui si sale nelle vicinanze del Museo archeologico. In barca si arriva anche a Treviso percorrendo il Sile. Il modo migliore di raggiungere le numerose spiagge di Jesolo è in auto o in bicicletta.
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